QUALE SAGRA PER SCIACCA?


Riceviamo e pubblichiamo questa lettera. Senza vene polemiche, le citazioni ai nostri amici di Menfi (da cui Sciacca dovrebbe prendere solo esempio), servano da pungolo alla nostra amministrazione e agli operatori del settore, alla quale il nostro lettore si rivolge.

Fa proprio rabbia vedere e sentire che altrove si inventano le peculiarità (avete mai sentito parlare del buon pesce di Menfi? forse del vino o dei carciofi , ma del pesce MAI, eppure ci si inventa MENFISH) e a Sciacca,senza bisogno di studiare né di inventarsi alcunché, con tutte le buone cose che ci ritroviamo(per fortuna ancora resistono), non abbiamo uno straccio di SAGRA!

IL PESCE AZZURRO, LA TABISCA,LA ZUPPA DI PESCE DI PARANZA , DOLCI TIPICI DI SCIACCA, assieme alla CERAMICA e al CARNEVALE. Questi i nostri punti di forza da sfruttare. Come?

Possiamo pensare (per grandi linee, poi chiaramente da perfezionare con l”aiuto di qualche esperto) a una sagra del “pesce azzurro”, o della “sarda salata e dell’acciuga” in seno alla festa di S.Pietro a fine Giugno o a fine Luglio con più presenze turistiche; con tanto di atrio inferiore del Comune pieno di stand gastronomici dei ristoratori e produttori locali dove si possa accedere per la degustazione previo il pagamento di un biglietto,e con tanto di presenza di un personaggio nazionale del settore (penso al notissimo alimentarista prof. G. Calabrese, grande estimatore del pesce azzurro) magari in collegamento con una tele nazionale.

A distanza di tre-quattro settimane da ripetere cambiando soggetto: la FESTA DELLA TABISCA e (perché no) di LU PANI CUNZATU, parallelamente alla festa della CERAMICA. Per proseguire poi con la sagra della ZUPPA DI PESCE DI SCIACCA (che tutti ci invidiano), “pani di casa e pisci a broru” per tutti. Dulcis in fundo, a fine estate la festa del DOLCE: CUCCHITEDDI, OVA MURRINA,ETC. ETC.

E per CARNEVALE dare priorità alle bancarelle con prodotti tipici locali. Così facendo chi viene a Sciacca sa di trovare prodotti diversi che in altre feste paesane.

Non Vi pare che ne abbiamo abbastanza per promuovere e rilanciare il nostro territorio?
Insomma tanti altri posti con molto meno, vanno avanti, mentre noi, con molto di più, andiamo sempre più indietro. Faccio un appello a tutte le persone di buona volontà e disposte a collaborare propositivamente affinché si approfondisca l’argomento e si esponga fattivamente agli amministratori, che sembra si siano dimenticati di tante importanti nostre tradizioni gastronomiche e produttive, favorendo vieppiù la scomparsa delle nostre peculiarità culturali.

Lettera Firmata

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