DA CONSUMARSI “PREFERIBILMENTE” ENTRO IL…


Mangereste roba scaduta? Noi no, soprattutto perché sarebbe difficile da digerire. Quante scadenze in politica vengono rispettate nella nostra cittadina? Poche, forse pochissime. Giusto quella piccola parte “da consumare entro il”. L’altra, “da consumare preferibilmente entro il”, risulta spesso scaduta. E il più delle volte, i cittadini di Sciacca la consumano tranquillamente come se niente fosse.

Facciamo qualche esempio ?

I lavori in corso nella nostra cittadina o quelli che dovrebbero (o dovevano… non sappiamo) realizzarsi di qui a poco rappresentano la nostra “merce“, mentre gli annunci sul loro completamento e la “data certa” di fine lavori sono la loro “scadenza”.


Il Teatro Samonà. I lavori dovevano cominciare a maggio, poi a luglio, poi a settembre, poi a novembre. Queste le dichiarazioni, evidentemente disattese. L’ultima scadenza era indicata per il mese di dicembre. Il teatro, allo stato attuale, è ancora abbandonato, monumento nel deserto delle incompiute, ammasso di cemento inutilizzato, esempio di malgoverno saccense da trentanni a questa parte;

La Transazione EAS. Da due anni aspettiamo che Sciacca abbia rimborsato dall’EAS l’ingente somma di 6milioni di euro che gli spetta. Nessuno, né nella maggioranza, né nell’opposizione, si è fatto promotore concreto presso tutte le autorità competenti per far tornare indietro i nostri soldi. Eppure si parla di grossissime cifre. La transazione è ampiamente scaduta e tra un pò l’EAS sarà liquidata. Fatevi pure due conticini;

Il parcheggio di Via Modigliani (al servizio della scuola elementare del IV° Circolo della stessa via), ennesimo lavoro cominciato in ritardo e finito ancora quando non si sa;

I Lavori del PARF. Entro novembre i lavori dovevano essere consegnati per permettere l’inaugurazione dell’impianto per dicembre. Per fortuna che almeno, nel frattempo, non paghiamo più i canoni di depurazione;

E ci fermiamo qui, oggi, 8 Dicembre, è la festa dell’Immacolata Concezione e ci sentiamo d’essere più buoni del solito (potevamo per esempio citare il tanto atteso PRG ma non lo facciamo). Tanti annunci, insomma, da poterci quasi organizzare un “festival“.

“Chi fa l’annuncio spesso non ha colpe”, potremmo dire. Ha però la responsabilità di non sollecitare i diretti responsabili del ritardo in modo da evitare la brutta figura nel veder disattendere la propria parola (proferita ogni volta di fronte a migliaia di cittadini). Ha la responsabilità di aver dato, in qualche modo, una scadenza e che questa è venuta meno.

Ma non scade nulla né si deteriora merce alcuna. Che importanza può avere una parola al vento in più o in meno? Scade la fiducia nelle istituzioni e si deteriora il rapporto tra il cittadino e la politica. La politica si tramuta da servizio alla città e al cittadino in politica della propaganda e degli annunci disattesi.

Perché applicare una “scadenza” sulle proprie enunciazioni per poi, come se niente fosse, variarla a piacimento, facendo ingerire al “cittadino attento” un rospo deperito da tempo? Non sarebbe più facile dire quello che si riesce a fare, ovvero, che non si è nelle condizioni di farsi dare date certe da chi deve ottemperare i lavori e che non si è nelle condizioni di controllarli affinchè le date di scadenza vengano rispettate?

Sarebbe un atteggiamento serio di chi fa l’annuncio (e apporta una “scadenza” sui propri “prodotti”) che principalmente agirebbe in tutela di sé stesso, del proprio ruolo e del ruolo delle istitituzioni che rappresenta. Il cittadino non si sentirebbe né preso in giro o burlato né dovrebbe ingerire “roba scaduta” fatta passare per nuova. Eh si, molto spesso accade che passi così tanto tempo che i lavori diventino da “minuziosi” ad “approssimativi”. Che la fretta di rispettare, ogni tanto, una qualche scadenza (per quello è forse meglio non sbilanciarsi e lasciare tutto al caso, visto che non si riesce a fare di meglio), disattesa poi ugualmente, porti tutti a commettere qualche errore di valutazione che faccia accettare la merce deperita, e quindi sistemata alla meno peggio, come se equiparata al nuovo. Nessuno, nel privato, accetterebbe merce con scadenza “taroccata” o direttamente “merce taroccata”. Nel pubblico, purtroppo, questo accade spesso, sotto gli occhi di tutti, di gente che non parla ma che pensa che la politica sia questa, che faccia, non sappiamo, quale interesse a discapito di quello della collettività.

E’ il caso della Piazza Angelo Scandaliato, ma quella, per il momento, è un’altra storia…

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