QUESTO CONTRATTO VA RESCISSO!


Non ha dubbi l’Avv. Restivo, ex sindaco di Racalmuto, adesso curatore degli interessi legali dei sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua in provincia di Agrigento. E’ questo il concetto che ribadisce dinanzi ad una folta attenta platea (foto in alto – il Cinema di Bivona è stracolmo). Vi proponiamo la trascrizione dell’intero intervento al Consiglio Comunale Aperto di Bivona dello scorso 4 Febbraio. Buona lettura:

Ho tantissime cose da dire, tante sono state già dette dai relatori che mi hanno preceduto. Dicevo, sto seguendo, dal mese di ottobre, la vicenda relativa alla gestione del Servizio Idrico Integrato sia come professionista che come sindaco. Più passava il tempo e più approfondivo questa vicenda sia da un punto di vista politico che professionale, mi rendevo conto che le cose dette dal sindaco di Caltavuturo da una parte e dal sindaco di Palma di Montechiaro dall’altra, ebbene, sono la realtà che in qualche modo governa le cose della Sicilia. Il sindaco di Caltavuturo ha il merito di aver condotto una battaglia in materia di rifiuti che ha portato il C.G.A a capovolgere un giudizio del T.A.R. rispetto ai poteri dell’agenzia regionale delle acque e dei rifiuti. E lo ha fatto da solo.

E il consiglio di giustizia amministrativo ha stabilito, il 25 ottobre del 2008, che l’A.R.R.A , che è una struttura quasi un assessorato, non ha poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali che sono degli enti costituzionalmente garantiti, quindi il Sig.Crosta, che guadagna 300.000 euro l’anno, ed il suo vice cioè l’ex onorevole Infurna, che ne guadagna altrettanti, non hanno poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali che sono degli enti che hanno autonomia e sono enti costituzionalmente garantiti. C’è tutto un procedimento che va seguito per sostituirsi ai sindaci.

Questa è la prima cosa. La seconda cosa è che forse, negli ultimi tempi, questo movimento dei sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua si era un po’ affievolito. Ma io è da tre mesi che giro tutta la provincia di Agrigento, sono stato a Burgio a Dicembre, a Sambuca l’altro ieri ed in ogni paese in cui vado a parlare di questi problemi trovo l’intera città ad ascoltare quello che sta succedendo ed allora, per la prima volta, forse, questa provincia, che troppo spesso viene indicata come l’ultima provincia d’Italia, finalmente sta alzando la testa. Dunque, cosa succede, vi do qualche notizia, che conosco per ragioni di natura professionale, al di là di tutte le cose che sono state dette. Il problema è che questo contratto và rescisso perché questa società, Girgenti Acque S.P.A , non ha alcuna intenzione di gestire il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento

Io assisto il consorzio Tre Sorgenti che è un consorzio di sette comuni della provincia di Agrigento, il quale, dalla fine del mese di aprile del 2008, fornisce acqua a Girgenti Acque poiché possiede delle sorgenti in questa zona in C.da Margimuto etc etc. Un consorzio che è nato nel 1916, esiste quasi da un secolo e che ha fornito acqua a sette comuni della provincia di Agrigento più altri due che sono Naro e Castrofilippo. Ebbene, noi forniamo acqua dall’Aprile del 2008 a Girgenti Acque, abbiamo raggiunto forniture per 1,5 milioni di euro e Girgenti Acque non ci ha dato una lira (un centesimo). Abbiamo cercato di capire per quale motivo questa società, che ha vinto un appalto ed una gestione trentennale dell’acqua, che dovrebbe gestire un affare da migliaia di miliardi, ebbene, Girgenti Acque non paga l’acqua.

Ci siamo resi conto che questi non pagano nessuno. Gli abbiamo inviato le fatture e ci sono ritornate indietro e ci hanno scritto che secondo loro la determinazione del prezzo dell’acqua era sbagliata. Come se il consorzio Tre Sorgenti, che è un piccolo consorzio, potesse stabilire autonomamente quale è il prezzo dell’acqua. Prezzo che viene stabilito ex lege, a partire da Roma, Palermo e così via e che è 0,60 euro/mc iva inclusa.

A quel punto ci siamo resi conto che era un pretesto ed allora, invece di fare un decreto ingiuntivo, che serve solo per perdere tempo, abbiamo fatto un istanza di fallimento. Abbiamo chiesto ad un giudice del tribunale di Agrigento di dichiarare il fallimento di questa società. Il giudice ha ritenuto ammissibile l’istanza ed ha invitato Girgenti Acque a presentare i bilanci ed a rappresentare lo stato della società. Essa (Girgenti Acque), ha vinto la gara nel Gennaio del 2007, si è costituita in società per azioni nel marzo del 2007 ed ha preso in consegna i primi impianti nell’Aprile del 2008. Allora (Girgenti Acque) , hanno presentato i bilanci del 2007-2008. Uno si immagina che una società che si avvia a gestire un servizio per 30 anni, un servizio che, come ha ricordato il sindaco di Caltavuturo Giannopolo , vale 14.000 miliardi delle vecchie lire in tutta la Sicilia, nella fase inziale, visto che abbiamo questo sistema in cui i privati debbono portare risorse economiche, risorse in termini di competenze e cosi via, il privato mette venti- trenta milioni di euro per iniziare a gestire il servizio.

Ci siamo accorti invece che il primo anno di attività, cioè per il 2007, hanno versato il minimo del capitale sociale, cioè 1 milione di euro, hanno accumulato alcuni debiti e, invece di fare altri versamenti, hanno preferito intaccare il capitale sociale e sono scesi sotto. Nel 2008 al 30 Novembre, data dell’istanza di fallimento, non avevano ancora versato il capitale sociale cioè 4 milioni di euro. Hanno dichiarato pure che hanno 17 dipendenti per una provincia che ha 43 Comuni. Ed allora tutto quello che leggete sui giornali ogni giorno è assolutamente normale perché, nonostante loro abbiano preso in gestione 22 comuni che prima erano gestiti dall’E.A.S., a partire dal Maggio del 2008 non c’è nessun impiegato di Girgenti Acque che si è affiancato ai dipendenti dell’ E.A.S.. L’E.A.S c’era e l’E.A.S è rimasta nonostante fosse in liquidazione. Ma c’è di più. Nel Maggio del 2008, E.A.S e Girgenti acque sottoscrivono una convenzione con la quale stabiliscono che il personale E.A.S. affiancherà il personale di Girgenti Acque, “pì m’pararici comu si apri l’acqua”. Io ho fatto il sindaco, sapete, ci sono le manovre, nella parte alta del paese ci sono le saracinesche, mezzo giro, tre quarti di giro che sennò qua la condotta è vecchia, capaci cà scoppia, qua invece è nuova e si può aprire tutta, ci vuole qualcuno che impara il mestiere a questi signori. Ma 17 persone non potevano assolutamente gestire i 43 comuni della provincia di Agrigento. E quindi, dal Maggio del 2008 ad oggi, l’E.A.S, nonostante non dovrebbe esistere più, ha continuato a gestire il servizio. Hanno (nella convenzione) stabilito pure che il trattamento accessorio sarebbe dovuto spettare a Girgenti Acque. Giustamente, quando c’è una rottura con la conseguente reperibilità, lo straordinario pesa significativamente (dal punto di vista delle retribuzione e degli oneri economici). Quindi, Girgenti Acque aveva 1,5 milioni di euro di debiti con il Tre Sorgenti ed ha caricato altri 1,5 milioni di euro con E.A.S (si intende di debiti) relativi al trattamento accessorio. Sono, fino ad adesso, 3 milioni di euro di debiti.

Allora, siccome i Comuni serviti sono 27-28, l’acqua del Tre Sorgenti o del Voltano, ed adesso ne parleremo, non era sufficiente, quindi Girgenti Acque ha comprato altri 8 milioni di euro di acqua da Sicilia Acque S.P.A , che è la società regionale che dovrebbe sostituire l’E.A.S.. Ma Girgenti Acque non ha pagato neanche questo debito. Quindi abbiamo scoperto, facendo l’istanza di fallimento, che la Girgenti Acque, a otto mesi dalla presa in gestione del servizio, ha 15 milioni di euro di debiti.

Loro si difendono dicendo che hanno 10 milioni di euro di crediti che dovete pagare voi, i cittadini, con le bollette. Qualcuno ha messo i contatori, è venuto qualcuno a leggerlo? Queste bollette che stanno arrivando in tutta la provincia di Agrigento si riferiscono ad un consumo reale?

Allora questi signori di GIRGENTI ACQUE hanno dichiarato che erano pronti a pagare, hanno ottenuto un rinvio ed andremo in giudizio il 3 marzo prossimo.
Intanto cosa è successo nei Comuni che venivano gestiti dall’E.A.S.?
Siccome l’E.A.S., doveva ricevere un milione e mezzo di euro e gli impiegati si sono stancati, giustamente, succede che, nei 22 Comuni gestiti dall’E.A.S, l’acqua non la aprono nè quelli dell’E.A.S ( perché si sono stancati di lavorare gratis) e nemmeno quelli di Girgenti Acque perché non ci sono. Perchè questi 17 impiegati sono ingegneri, amministrativi, segretari, “nun sù fontanieri”, questi non sanno cosa fare! Cosa è successo a Camastra? Che nessuno ha aperto l’acqua e “u paisi arristau senz’acqua”. Cosa è successo a Sambuca? La stessa cosa: l’acqua è rimasta aperta la scorsa settimana in un quartiere che ha avuto l’acqua e il resto del paese è rimasto senza! Cosa è successo a Ravanusa? Che nessuno da quindici giorni dà l’acqua.

Il ragionamento da fare, secondo me, non è tanto un ragionamento ideologico, che l’acqua sia un bene primario siamo tutti convinti, il problema vero è che questo bene non può essere affidato a questi signori di Girgenti Acque. “Chisti nun su cosa”, (Girgenti Acque) non è in grado di gestire questo servizio perché non hanno investito una lira su questo servizio. Sapete cosa fanno? Vanno in giro per tutta la provincia, dai sindaci e gli dicono che gli daranno 5 posti di lavoro, ad uno 5, all’altro 4 , ad un altro ancora 2 (posti di lavoro), ritenendo che in questo modo si possano superare gli ostacoli di tipo politico, che ci possono essere rispetto alle loro questioni. Voglio dire ancora una cosa : i sindaci di questa provincia, circa dieci giorni fa simbolicamente, politicamente, si sono riuniti a Burgio e a Villafranca Sicula e si sono messi davanti l’ingresso del municipio e quando è arrivato il Commissario regionale mandato dall’A.R.R.A, per manifestare politicamente e socialmente un dissenso. Ed allora, sapete quale è la risposta? La risposta è una denuncia alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale presso la Corte dei Conti. Ben venga questa denuncia perché adesso andremo a spiegare Chi è Girgenti Acque, chi si è preso questo appalto, in che modo se lo è preso.

Io ero in assemblea (dell’A.T.O idrico), questi cinque anni, ed ho chiesto ai 10 sindaci del Voltano, che hanno contribuito affinché si arrivasse a questa vicenda (affidamento del servizio idrico integrato a Girgenti Acque) come si faceva, cioè, ci sono stati tre appalti, tre gare, le prime due sono andate deserte, alla terza c’è stata un offerta. Nella prima gara c’era una fideiussione di trenta milioni di euro, nella terza gara, che è quella che è stata aggiudicata, ce n’era una di 4 milioni di euro. Allora questi atti sono stati votati dagli stessi sindaci che si spostavano dall’A.T.O idrico al Voltano e, vi ricordo, sono nella zona ASI di Agrigento e sono a 50 metri l’uno dall’altro. Dunque, se su questo la Procura della repubblica di Agrigento o Sciacca o la Procura presso la Corte dei Conti vuole indagare, sono io il primo, assieme a tanti sindaci ed ex-sindaci della provincia di Agrigento, a dare notizie su come questo appalto si è realizzato. Come ricordava Rosario Gallo , questa è una battaglia di civiltà.

Un ultima cosa, il sindaco di Caltavuturo ricordava le sentenze dell’antitrust, cioè dell’autorità garante della concorrenza e del mercato. In merito a ciò, in Sicilia, in ogni provincia c’è stata una sola offerta. Purtroppo nella provincia di Caltanissetta ci sono state due offerte ( forse perché non si sono parlati prima). Da parte di una società Acqualia S.R.L che sono spagnoli assieme ad altre società italiane e poi un’altra offerta di una società che si chiama xxxxx assieme ad altri. Cosa prevedeva il bando di gara, che aggiudicata la gara nei futuri tre mesi, il raggruppamento temporaneo di imprese cioè l’A.T.I, si costituiva in società per azioni. Ed allora siccome l’accordo non erano riusciti a farlo prima, “chi ficiru chisti”. Acqualia si aggiudicò la gara, che aveva fatto l’offerta più vantaggiosa, ma nei tre mesi in cui la stessa doveva costituire la S.P.A, cedette il 40 % all’impresa che non aveva vinto la gara. Ora, queste cose, grazie all’agenzia che denunciato i sindaci di Burgio e Villafranca, le andremo a raccontare alle procure della repubblica di Agrigento, Sciacca, Palermo e vedremo cosa succederà!

Grazie.

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