COMUNE DI BIVONA: IL 99,43 % DICE NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA !!


 

Un risultato importantissimo si è raggiunto a Bivona nella complessa problematica della gestione dell’acqua da parte dei privati.

Si è svolto ieri, 15 febbraio 2009, il referendum consultivo sulla gestione dell’acqua nel comune agrigentino, ponendo ai suoi cittadino un semplice quesito , ovvero: “ Ritieni che la gestione dell’acqua debba essere affidata ai privati ? “

Ebbene nella civilissima città di Bivona il responso delle urne è plebiscitario: il 99,43 % dei votanti hanno detto NO al quesito.

Noi de L’ALTRASCIACCA  nell’apprendere tale notizia con immenso piacere, auspichiamo che tale percorso di consultazione dei cittadini prosegua anche in altri Comuni o, meglio ancora, a livello di Provincia, permettendo ai veri fruitori/pagatori  del servizio di gestionme idrica, I CITTADINI,  di avere l’opportunità di esprimere la loro volontà in merito, ridando voce diretta a coloro che di fatto subiscono i disservizi di una gestione a dir poco imbarazzante fino ad oggi.

Riportiamo il Comunicato del Comune di Bivona sull’esito del Refendum popolare tenutosi ieri, la cui lettura potrebbe essere foriera di attenta riflessione anche da parte dei nostri amministratori:

“Nonostante nelle prime ore del mattino di domenica 15 febbraio 2009 sia caduta la neve, imbiancando vie e piazze di Bivona, il 64,38% degli elettori residenti si è recato alle urne per dire NO alla privatizzazione dell’acqua. Il 99,48% degli elettori bivonesi, con la temperatura vicina allo zero, ha detto NO alla consegna delle reti e degli impianti alla Società “Girgenti Acque”.
Il Consiglio Comunale nel giugno 2008 ha approvato il regolamento per lo svolgimento del referendum consultivo previsto dallo statuto comunale. Nel mese di ottobre è stato indetto all’unanimità dal consesso civico il referendum sul quesito: “Ritieni che la gestione dell’acqua sia affidata ai privati?”. Come stabilito dallo statuto e dal regolamento, la Commissione, composta da magistrati, ha dichiarato ammissibile il quesito referendario. L’Ufficio Elettorale, osservando scrupolosamente le norme regolamentari quanto le leggi che regolano l’istituto del referendum, ha avviato le procedure per fare esprimere gli elettori. Sono stati allestiti cinque seggi elettorali, sorteggiati gli scrutatori, nominati i presidenti di seggio, insediatisi domenica alle sei del mattino. Alle otto sono iniziate le operazioni di voto completatesi alle ore ventidue. Gli elettori bivonesi, sfidando il freddo rigido, si sono recati alle urne con la scheda elettorale alla mano ed il documento di riconoscimento per dire NO democraticamente alla privatizzazione di un bene, quale è l’acqua di cui non si può fare un uso commerciale. Il numero dei votanti ed il risultato dei NO legittima gli Amministratori del Comune di Bivona a non consegnare reti ed impianti alla Società “Girgenti Acque”. La Società “Girgenti Acque” si è aggiudicata il Servizio Idrico Integrato della Provincia di Agrigento grazie alla violenza istituzionale della ARRA che, alla vigilia di Natale del 2006, ha nominato un commissario per affidare l’appalto. La “Girgenti Acque” è stata l’unica concorrente che ha partecipato all’appalto e dopo che la fidejussione è stata ridotta da 37 milioni di euro a 5 milioni di euro. Il contratto è stato firmato di corsa, nonostante il parere contrario del 60% dei Sindaci della Provincia di Agrigento e poche ore prima che entrasse in vigore la moratoria stabilita dal Palarlamento Nazionale, che sospendeva la giudicazione ai privati del Servizio Idrico Integrato. Dal mese di aprile 2008 la Società “Girgenti Acque” gestisce il servizio idrico in oltre la metà dei Comuni agrigentini tra cui Sciacca, Agrigento, Licata ed i risultati sono pessimi e di certo ci sono solo bollette contestate da Amministratori, da Associazioni Consumatori e da cittadini esasperati. Sono stati regolarmente disattesi gli obblighi contrattuali e solo grazie ai dipendenti pagati dalla Regione dell’EAS non si sono avuti tumulti popolari. Il Sindaco di Agrigento ha dovuto chiedere al Governo Nazionale di finanziare il rifacimento della rete idrica cittadina nonostante spetti alla “Girgenti Acque” intervenire a finanziare gli interventi strutturali. Quello che è accaduto in questi mesi con un silenzio assordante dei funzionari dell’ATO e del presidente che non hanno mai avviato verifiche sul rispetto delle norme contrattuali nonostante i continui disservizi segnalati dai cittadini e dagli Amministratori comunali ed addirittura la stessa “Girgenti Acque” sia stata citata in giudizio per un’ esecuzione fallimentare. Il prossimo 20 febbraio oltre 24 Consigli Comunali, convocati tutti alla stessa ora, si dovranno pronunciare sulla rescissione del contrattto con “Girgenti Acque”. L’Agenzia Regionale dei Rifiuti e delle Acque anzicchè inviare gli spettiori all’ATO idrico di Agrigento nomina manu militari, commissari nei Comuni per imporre la consegna delle reti idriche al gestore “Girgenti Acque”. Al consenso ed alla crescente sensibilità dell’opinione pubblica agrigentina sulla questione della privatizzazione delle acque si è avuta l’autorevole presa di posizione della Chiesa agrigentina dalla voce del Suo Vescovo Sua eccellenza Montenegro. Il fronte dei Comuni contrari alla privatizzazione riguarda tutti i partiti politici da destra a sinistra, quindi, nessuna battaglia ideologica ma solo la legittima difesa di un bene primario alla vita che non può essere consegnata a pochi privati per farne un grande affare. “Sorella Acqua” ha due soli padroni: la Natura e Dio. “

Meditate gente….meditate

 

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