GIRGENTI ACQUE SPA CERCA DI AGGRAPPARSI AL TUBO


Peccato che anche quello sia fradicio come tutti gli altri. La vetustà delle nostre reti è un data di fatto, lo sanno anche i bambini, e la Girgenti Acque SpA ne era cosciente fin dal momento in cui, due anni fa (ieri) sottoscriveva la convenzione di gestione con l’Ato Idrico.

Da più un mese a questa parte, gli abitanti della Via San Paolo (a Sciacca) lamentavano perdite idriche, liquidi maleodoranti e quant’altro disperdersi sulla loro strada. Il 19 Novembre scorso gli operai del gestore idrico cominciano finalmente a scavare, scoprendo così l’acqua calda (anch’essa putrida). Vediamo il servizio dell’amico Franco Iacch tratto dal TG di Tele Radio Sciacca del 19.11.2009:

Come avete sentito, Girgenti Acque SpA cerca di giustificarsi addebitando i disguidi per l’esecuzione dei lavori alla “rete vetusta e, nel peggiore dei casi, improvvisata o non idonea” dimenticando però la convenzione sottoscritta due anni fa, e specificatamente che:

L’art. 2, paragrafo 1 di quel contratto recita, infatti, che il concedente affida al gestore tutti i beni e le opere “nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano” per l’esecuzione del servizio idrico.
Il gestore era quindi perfettamente consapevole dello stato effettivo in cui versavano, e ancora versano (di interventi veramente risolutivi ne annoveriamo ben pochi), le infrastrutture idriche della provincia di Agrigento. Ma forse sperava ugualmente che queste reggessero un po’ di più invece che sfaldarsi sistematicamente in ogni punto ed in ogni periodo dell’anno. Le reti andrebbero messe (e rimesse) a posto e invece che pensare esclusivamente a come far profitto coi nostri soldi (come ogni buona privatizzazione dell’acqua prevede) bisognerebbe affrontare alcune spese essenziali ed investire sul territorio. Ma di buone intenzioni in tal senso ne abbiamo viste poche o niente.

L’articolo 2, paragrafo 3, precisa che “la gestione è a rischio e pericolo del gestore” e il paragrafo 4 specifica che il servizio idrico “ha i caratteri del servizio pubblico essenziale”.
Essendo “essenziale” non si può prescidere da esso ed è per questo motivo inaccettabile l’invio dei preavvisi di distacco coi quali, fra l’altro, viene richiesto il pagamento di somme illegittime.

L’articolo 4, paragrafo 1, precisa che “il gestore è responsabile del buon funzionamento dei servizi a decorrere dalla data di presa in consegna di opere e impianti a ciò afferenti” ed il paragrafo 3 ribadisce che “grava sul gestore la responsabilità derivante dalla gestione delle opere affidate”.

L’articolo 28 della convenzione pone obbligo al gestore di predisporre, entro dodici mesi, il piano per la razionalizzazione ed il miglioramento del servizio, comprendente anche la ricerca delle perdite idriche e fognarie.

Ma deve fare attenzione poichè:
L’articolo 38, paragrafo 1 della convenzione di gestione prevede che “il concedente potrà invitare il gestore, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1454 c.c., a porre rimedio alle inadempienze entro un congruo termine, comunque non inferiore a 15 giorni nei casi di ripetute gravi deficienze nella gestione del servizio e ripetute gravi inadempienze ai disposti della stessa convenzione” e che decorso infruttuosamente il termine assegnato il contratto è risolto di diritto. Il paragrafo 2 della stessa norma prevede che il contratto si risolve di diritto nel caso in cui “si interrompa, per colpa o dolo del gestore, il servizio di acquedotto o quello di smaltimento o depurazione delle acque reflue per una durata superiore a 3 giorni consecutivi, per una parte significativa del territorio”.

Diritti e doveri di una convenzione che non può essere soltanto rose e fiori, visto che di mezzo ci sta pure qualche “fogna”.
Ma se gestire un servizio idrico risulta così complesso e difficoltoso, perchè non pensare di togliere il disturbo.
Eh, Girgenti Acque SpA?

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