Bollette pazze Girgenti Acque. Cosa fare?


ECCO IL NOSTRO VADEMECUM

Girgenti Acque S.p.A sta facendo recapitare nuove bollette relative al consumo dell’acqua negli anni 2008 e 2009 con le quali viene chiesto, più che talvolta, il pagamento di importi esagerati.

In moltissimi casi, infatti, i consumi addebitati all’utenza sono talmente eccessivi da non potersi ritenere né plausibili nè realistici. Di fronte ad una tale situazione cosa può fare il cittadino?

Ecco alcune indicazioni ed informazioni utili:

Innanzitutto, non abbiate paura. Se una bolletta non vi convince o, secondo voi, contiene un importo non dovuto, non esitate ad agire perché la legge vi tutela.

Ogni cittadino consapevole, se vuole ottenere giustizia, può rivolgersi al Giudice di Pace (o al Tribunale se la controversia ha un valore superiore a 5.000 euro). Lo può fare senza il patrocinio di un avvocato quando si tratta di importi inferiori a 500 euro. In alternativa può rivolgersi alle autorità garanti dell’acqua, dell’energia, del gas, delle comunicazioni nonché agli uffici di conciliazione ed arbitrato attivati tra associazioni di consumatori ed enti gestori.

La prima cosa da fare, nel caso vogliate contestare una bolletta, è provare a chiedere chiarimenti (di persona o per telefono) agli uffici commerciali dell’azienda interessata.

Se le risposte ottenute non vi soddisfano, inviate al gestore (per raccomandata con ricevuta di ritorno, da utilizzare nell’eventuale giudizio come prova) una lettera di reclamo in cui spiegate i motivi della contestazione e allegate una fotocopia della bolletta contestata corredata di tutti gli eventuali documenti utili a perorare la vostra causa.

Tenete presente che i gestori hanno l’obbligo di documentare i consumi addebitati. Pertanto è lecito pretendere, motivandone la richiesta, una chiara documentazione dei propri consumi, delle rilevazioni effettuate e delle date di avvenuta lettura. Potete inoltre chiedere al gestore che venga effettuato un controllo sul regolare funzionamento del proprio contatore dell’acqua ed, eventualmente, l’installazione di un nuovo in sostituzione del precedente se questo dovesse rivelarsi non funzionante o, se per qualsivoglia motivo, registra consumi mai effettuati.

Inoltre, nel frattempo pagate la bolletta solo per la somma che vi pare congrua, rispetto al consumo, per lo stesso periodo, dell’anno precedente, comunicando all’azienda che non intendete saldare la parte che, secondo voi, non è dovuta fino alle opportune, quanto doverose, verifiche da parte del gestore del servizio sulla regolarità dei consumi registrati e richiesti.

Se in questo caso l’azienda minaccia di interrompervi il servizio, o mette in atto direttamente quanto minacciato, potete rivolgervi ad un Giudice del Tribunale, chiedendo l’emanazione di un provvedimento d’urgenza (secondo l’art. 700 del cod. proc. civile) per ottenere il ripristino dell’erogazione dell’acqua, visto che trattasi di un servizio essenziale.

Il Giudice di Pace competente territorialmente (o il Tribunale nel caso che gli importi richiesti e non dovuti superino la somma di 5.000 euro), stabilirà il torto e la ragione valutando la legittimità o meno del comportamento dell’azienda nei confronti dell’utente e fissando gli eventuali risarcimenti dovuti (ad esempio per l’interruzione del servizio). Se il reclamo era fondato, avete ottime probabilità di avere giustizia. Ricordate che dopo 5 anni le bollette vanno in prescrizione e quindi, in quel caso, non avete più diritto ad alcun eventuale rimborso.

Intervista all’avv. Paolo Porretta

Intervento di Pietro Mistretta

Manifestazione del 20 Marzo 2010 a Roma – L’ACQUA E’ DI TUTTI

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.