19 luglio 1992 – 19 luglio 2010 … Diciotto anni di assordanti silenzi


Oggi ricorre il diciottesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Diciotto anni dopo possiamo constatare che ancora troppi misteri avvolgono questa terribile vicenda. Cronache recenti parlano di accordi tra mafia e alcuni organi di Stato, si stanno scoprendo retroscena inimmaginabili e l’impressione è che questo sia solo l’inizio. In questo infelice giorno ripubblichiamo l’intervento di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ospite di uno degli incontri antimafia organizzati dalla nostra associazione, dal Liceo Classico Tommaso Fazello di Sciacca e dal Café Orquidea.

“Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.” (da L’agenda rossa di Paolo Borsellino)


“Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine a occuparsi esse solo del problema della mafia […]. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! […] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!” (cit. Paolo Borsellino in Lirio Abbate, Peter Gomez, I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento, pp. 6-7)

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