Cgia: “Le liberalizzazioni sono un flop”. I prezzi ai massimi da metà anni ’90.


L’ufficio studi dalla Confederazione degli artigiani rileva un aumento del 184% per la Rc Auto, mentri i costi bancari sono cresciuti del 109%. In calo sono medicinali e tariffe telefoniche.

Nel settore dell'Rc auto gli aumenti più consistenti.

Nel settore dell'Rc auto gli aumenti più consistenti.

MILANO – Per la Cgia di Mestre le liberalizzazioni hanno portato pochi vantaggi nelle tasche dei consumatori italiani. Nella stragrande maggioranza dei casi, rileva l’organizzazione artigianale mestrina, si è registrata una vera  e propria impennata dei prezzi o delle tariffe.

Tra l’anno di liberalizzazione ed il 2011, solo i medicinali e le tariffe dei servizi telefonici hanno subito una diminuzione del costo. Per tutte le altre voci del paniere preso in esame, invece, è successo il contrario. “I prezzi o le tariffe sono cresciute con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale – denuncia il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, che con il suo Ufficio studi ha preso in esame l’andamento delle tariffe o dei prezzi di 11 beni e servizi che sono stati liberalizzati negli ultimi 20 anni -. Purtroppo, in molti settori si è passati da una situazione di monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie controllate dai privati”.

Il flop più clamoroso è avvenuto per le assicurazioni sui mezzi di trasporto (Rc auto) che dal 1994 ad oggi sono aumentate del +184,1%, contro un incremento dell’inflazione del +43,3% (in pratica le assicurazioni sono cresciute 4,2 volte in più rispetto al costo della vita). Male anche i servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, dei bancomat, commissioni varie). Sempre tra il 1994 ed il 2011 i costi sono aumentati mediamente del +109,2%, mentre l’incremento dell’inflazione è stato pari al +43,3% (in questo caso i costi finanziari sono aumentati 2,5 volte  in più dell’inflazione). Anche i trasporti ferroviari hanno registrato un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1%.

Se per i servizi postali l’aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressochè pari all’incremento dell’inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%), per l’energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell’inflazione (che tra il 2007 ed i 2011 è stata del +8,4%). Solo per i medicinali e i servizi telefonici le liberalizzazioni hanno portato dei vantaggi economici ai consumatori. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%.

“Alla luce del risultato emerso in questa analisi – conclude Giuseppe Bortolussi – invitiamo il nuovo Governo Monti a monitorare con  molta attenzione quei settori che saranno prossimamente interessati da processi di deregolamentazione”.

03 dicembre 2011

Fonte: repubblica.it

 

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