TUTTE LE BUCHE HANNO UN NOME ED UN COGNOME…


…E NON SEMPRE E’ AMMISSIBILE SENTIRSI DIRE (DA CHI AMMINISTRA LA CITTA’) CHE PER RIPARARLE “SODDI UN CI NNE’”.

Escludendo infatti quelle che si generano per cause naturali (frane e quant’altro), tutte le altre sono riconducibili a “negligenze umane”. Negligenze di chi esegue i lavori e negligenze di chi dovrebbe controllarne l’esecuzione. Di esempi potremmo citarne tanti ma far parlare le immagini è maggiormente eloquente.

Andiamo in Via Giovanni XXIII (arteria cittadina che collega la Via Amendola con la zona Perriera) dove, fino alla scorsa settimana, era presente una transenna a centro di carreggiata (era lì, inspiegabilmente, da circa tre mesi). Le transenne sono state rimosse e la buca (generata da una riparazione idrica/fognaria) è stata ricoperta da asfalto.

Ecco com’era un mese fa:

Ecco come si presentava la scorsa domenica:

Ed ecco, stamattina, dopo una settimana di piogge, come si è ridotta:

E’ chiaro che la strada non è stata ripristinata al suo stato originale. E’ stato collocato un po’ di asfalto, giusto un po’, ma non nel quantitativo sufficiente. Tant’è che adesso, in poco più di una settimana, la Via Giovanni XXIII è praticamente “dissestata”.
Stato dei luoghi che hanno un “nomi” e “cognomi”. Quelli di chi ha eseguito i lavori e quelli di chi non ha controllato che fossero ultimati in maniera quanto meno “decente”.

Ma il nostro reportage non finisce qui.

Riprendiamo la prima foto di Via Giovanni XXIII, quella scattata circa un mese fa, e focalizziamo l’attenzione sulla zona circostante la rotonda di Via Amendola.

Non erano presenti lavori e l’asfalto era regolare.

La scorsa settimana è stata effettuata una riparazione ed anche in questo caso, lo scavo è stato ricoperto da “insufficiente” asfalto.

Quest’oggi, dopo le piogge, la buca generatasi appare abbastanza evidente:

Chi ha eseguito i lavori lo ha fatto “furbescamente “ e visto che nessuno glielo ha fatto notare, a pagare saremo noi cittadini.

Chiunque, infatti, caschi su quella buca sarà autorizzato a richiedere i danni al Comune, ovvero alla collettività. Il Comune sarà costretto a pagare, come centinaia di volte negli scorsi anni, e da buon “curnutu e mazziatu” dovrà pagare anche la riparazione della strada. Il tutto perché chi di dovere non ha controllato che i lavori fossero eseguiti a regola d’arte.

Quando non ci sarà più memoria né testimonianze di come la buca ha avuto origine, l’amministrazione comunale potrà dire che “soddi un ci nnè” e dovremo tenerci la “strada rotta” in attesa di un finanziamento. Ciò che fa rabbia è che il Comune, invece, poteva farsela ripristinare “aggratis” da chi, a suo tempo, aveva malamente eseguito i lavori.

Nel chiederci:
– PERCHE’ NESSUNO CONTROLLA I FURBETTI DELLA NOSTRA CITTA’ CHE RISPARMIANO SULLA QUANTITA’ DI ASFALTO DA COLLOCARE SULLE RIPARAZIONI EFFETTUATE?
– PERCHE’ A QUESTI NON VIENE INTIMATO L’IMMEDIATO RIPRISTINO DEI LUOGHI ALLO STATO ORIGINALE, PENA IL PAGAMENTO DI EVENTUALI DANNI A VEICOLI CHE FINISCONO INAVVERTITAMENTE SU BUCHE GENERATE DA EVIDENTE NEGLIGENZA?
non possiamo che continuare a testimoniare fotograficamente le inefficienze attendendoci, però, un’inversione immediata di tendenza.
Che in futuro a pagare non sia più la collettività ma chi ha generato il “danno”.

Nel pomeriggio di oggi, la strada è stata transennata…

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