Le trivelle arrivano a Sciacca e ad Agrigento


Una notizia, che non avremmo mai voluto arrivasse, ma che purtroppo ci aspettavamo, irrompe nella mattinata di oggi.

Grazie al decreto voluto da Passera e votato con ampia maggioranza dal nostro Parlamento e dai nostri deputati locali, due fra tutti Giuseppe Marinello (PDL) e Angelo Capodicasa (PD), sono stati riattivati due permessi di ricerca di idrocarburi i quali erano stati annullati o ridimensionati dal decreto Prestigiacomo che poneva un esiguo limite di 12 miglia ai desideri di “buchi” dei Texani all’italiana.

Ecco la mappa dello scempio (distanza minima dalla costa circa 2 miglia):

I due permessi di ricerca, il d29 GR-NP e il d347 CR-NP, arrivano a poche miglia dalle coste siciliane e saccensi, coinvolgendo un tratto del canale di Sicilia rinomato per le straordinarie peculiarità ambientali, lo sviluppo turistico, le emergenze archeologiche, le zone di pesca e riproduzione di specie ittiche di straordinaria importanza commerciale.

Tutto ciò che era sopra la linea arancione della mappa, era stato bloccato, almeno fino ad oggi, dal decreto Prestigiacomo. Ora, grazie a Passera e a i nostri parlamentari, la Northen Petroleum ha chiesto ed ottenuto di potere operare, in deroga al decreto Prestigiacomo, all’interno delle 12 miglia, cioè a poche bracciate da casa nostra.

Il permesso d29, il più vicino a Sciacca, è ancora sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale e il Comitato Stoppa La Piattaforma aveva fatto le proprie opposizioni in tempo utile. Quindi, almeno per questo permesso, c’è ancora una labile speranza di fermarli.

Il permesso d347, invece, aveva già ottenuto nel 2009 la compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente. A proposito, ne sapevate qualcosa? Io no. Vige l’obbligo di informare il pubblico e pare strano che un permesso di ricerca di idrocarburi, che arriva fino a 2 miglia dalla costa, venga approvato senza che se ne sappia nulla.

A tutt’oggi però posso affermare che di questo permesso di ricerca non si hanno notizie nel sito del Ministero dell’Ambiente.

Ora, grazie a Passera e ai nostri obbedienti parlamentari, il d347 ritorna vigente con un provvedimento pre-elettorale (datato 12/02/2013) da parte del Ministero dell’Ambiente.

Nei prossimi giorni pubblicherò le osservazioni che avevamo fatto sulla vecchia valutazione ambientale, per ora vi basti questa immagine tratta dall’integrazione alla VIA del permesso d29.

Mostra l’area interessata dal permesso di ricerca circondata da vulcani di natura esplosiva tutt’oggi attivi.

Si legge nella didascalia: “Non si ha notizia di alcuna pubblicazione scientifica che suggerisca alcun collegamento tra le attività antropiche esplorative (geofisica) e quelle naturali vulcaniche e/o telluriche. Pertanto si può ragionevolmente ritenere che l’impatto dell’attività di prospezione geofisica con il fenomeno del vulcanesimo sia nullo.

Che dire? Dato che ancora nessuno è stato così intrepido da andare a cercare petrolio su un vulcano attivo e che dunque non si hanno notizie di pubblicazioni in merito, allora possiamo “ragionevolmente ritenere” che non ci sia alcun rischio!

Questa affermazione non merita commenti, è semplicemente meravigliosa!

Vi aggiornerò presto con nuove notizie dalla terra dei cachi.

Mario Di Giovanna

Fonte: mdigiovanna.blogspot.it

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