Che fine ha fatto il rimborso dei canoni di depurazione dichiarati incostituzionali?


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Al Commissario dell’ATO Idrico di Agrigento

Ai Sindaci della Provincia di Agrigento

Era il lontano 2008 quando, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 335, che dichiarava non dovuti i canoni di depurazione in assenza del depuratore o del servizio effettivo di depurazione, L’AltraSciacca aveva subito predisposto un modulo per ottenere il rimborso dei canoni di depurazione pagati ma non dovuti.

In seguito sono state indicate le modalità che gli ATO Idrici dovevano seguire perché ai cittadini fossero restituite le somme pagate ma non dovute in base alla sentenza succitata. Ci riferiamo in particolare alla Legge n.13 del 27/02/2009 – Art. 8-sexies e alle disposizioni contenute nel Decreto Attuativo del Ministero dell’Ambiente del 30 settembre 2009 che definiscono gli aventi diritto al rimborso, i tempi e le modalità.

Da una ricerca approfondita, ma non esaustiva, sulla questione abbiamo riscontrato come tantissimi gestori dell’acqua hanno già ottemperato a tali norme e, come previsto obbligatoriamente dalla legge, provveduto ad informare e mettere a disposizione un modulo di richiesta specifica. Di questi casi ce ne sono tanti, anche nella Regione Siciliana, come Caltaqua Spa (Caltanissetta), AcquaEnna Spa (Enna) ed altri. Nulla invece è stato fatto dal nostro ATO Idrico di riferimento, ente controllore del gestore e responsabile dell’applicazione di leggi e norme sulla gestione integrata del servizio idrico, né tanto meno dal gestore del servizio stesso in provincia di Agrigento, Girgenti Acque Spa.

Come spesso accade, gli amministratori della nostra provincia, presente non certo per caso negli ultimi posti di classifiche nazionali poco edificanti, continuano a manifestare una sorta di disprezzo nei confronti dei cittadini e dei loro sacrosanti diritti. Lo diciamo a ragion veduta, dato che i termini del predetto rimborso sono scaduti o stanno per scadere e, a nostra conoscenza, nulla si sta facendo per la restituzione legittima delle somme riscosse ma non dovute. Non si sono mossi nemmeno i Comuni interessati che hanno l’obbligo di tutelare gli interessi dei loro cittadini anche in questo caso, visto che molti enti locali sono dovuti obbligatoriamente sottostare a leggi e norme che imponevano la consegna delle reti idriche e dei depuratori ai gestori privati.

L’AltraSciacca, ancora una volta, non ci sta a rimanere inerte davanti a questo ennesimo sopruso che i cittadini potrebbero subire nella completa indifferenza di chi, come ATO Idrico e Comuni, dovrebbero invece interessarsi e controllare. Non vorremmo scoprire che i tempi per ottenere il rimborso di quanto pagato indebitamente sono scaduti e che perciò i cittadini non avranno più diritto ad alcun rimborso, perché allora potremmo legittimamente sospettare che qualcuno abbia ignorato volutamente tali norme provvedendo a non informare i cittadini.

Siamo sicuri che l’ATO Idrico e i Comuni sapranno dare una spiegazione agli interrogativi che seguono:

  • Sono ancora validi i termini per ottenere il rimborso dei canoni di depurazione non dovuti in base alla sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale?
  • L’Ato Idrico, i Comuni e il gestore Girgenti Acque hanno intenzione di occuparsi di tali rimborsi e entro quali tempi?
  • Effettuate le verifiche necessarie, ATO e Comuni intendono provvedere a mettere in mora e diffidare gli enti preposti ad adempiere immediatamente?
  • Nel caso di Sciacca, è stato verificato che le bollette con il canone di depurazione siano addebitate soltanto agli utenti effettivamente serviti dal nuovo depuratore che, come è ben noto, raccoglie le acque reflue soltanto di una parte della città?

Restiamo in attesa di una loro cordiale risposta.

L’AltraSciacca

 

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