FERROVIE, PARCHEGGI, PISTE CICLABILI, E TRENINI… CHE KAOS!!!!!


Apprendiamo dagli organi di stampa locali che l’associazione culturale “Ferrovie Kaos” di Agrigento esprime parere negativo sulle proposte di convertire la stazione ferroviaria di Sciacca in parcheggio e la tratta dell’ex ferrovia in pista ciclabile. L’amministrazione comunale di Sciacca, presieduta dal Sindaco Vito Bono, secondo quanto riportato da Agrigentoweb (clicca qui per approfondire) ha inserito nell’approvato Piano Triennale delle opere pubbliche anche un progetto che prevede, tra l’altro, la demolizione dell’antica Stazione di Sciacca e la sua trasformazione a parcheggio con annessa pista ciclabile.

Prima di esprimere le nostre considerazioni sull’argomento, chiediamo alla “Ferrovie Kaos” di pubblicare sul nostro, o sul loro sito, un progetto, con i relativi costi di realizzazione e di gestione, sulla base del quale sarà possibile intavolare un sereno e costruttivo dibattito sul nostro patrimonio ferroviario. Nell’attesa, intendiamo chiarire alcuni punti, distanti da quelli che a noi sembrano invece presenti nella realtà dei fatti, presi in esame dalle dichiarazioni del presidente dello stesso sodalizio Pietro Fattori, che di seguito riportiamo (sempre estrapolati dallo stesso articolo di AGRIGENTOWEB):

Ferrovie Kaos – ha detto il Presidente Pietro Fattori – non può che criticare aspramente tale iniziativa (riferendosi al progetto dell’amministrazione comunale NDR). La stazione di Sciacca, fino al 1985 punto nevralgico del traffico ferroviario della linea Porto Empedocle – Castelvetrano, ha caratterizzato la storia della città delle terme nel secolo appena passato e, invece di studiarne il recupero, si vuole procedere alla distruzione sistematica di un pregevole sito che ospita importanti reperti di archeologia ferroviaria. Nessuno – continua Fattori – ha preso in considerazione che la tratta ferroviaria tra Sciacca e Ribera, oltre ad essere ancora in discrete condizioni di armamento (perché interamente rifatta nel 1983) attraversa importanti poli turistici come gli Hotel Sitas, (Sciaccamare), Torre Makauda e, soprattutto, il Golf Resort di Contrada Verdura. Il magnate Rocco Forte, forse in previsione di una possibile riapertura della linea, ha addirittura restaurato l’antica stazione Verdura. Un servizio turistico-metropolitano tra Sciacca e Ribera, garantirebbe ai tanti turisti, che in tutte le stagioni prendono d’assalto le strutture ricettive, di raggiungere agevolmente sia Sciacca che Ribera: basta leggere sul web – denuncia Fattori – le tante lamentele di turisti impossibilitati a spostarsi dai loro alberghi a causa dell’assenza del trasporto pubblico locale. Ferrovie Kaos comprende le ragioni dell’amministrazione comunale di Sciacca, da sempre impegnata a fronteggiare la grave carenza di parcheggi in città e, in particolar modo, le pessime condizioni igienico sanitarie in cui versa tutta l’area abbandonata da oltre 20 anni, tuttavia è possibile coniugare il progetto del posteggio con la salvaguardia della Stazione Ferroviaria realizzando un nodo ferro-gomma in grado di collegare il centro con le importanti strutture ricettive del circondario. Quanto all’ipotesi di realizzare una pista ciclabile – conclude Fattori – l’esperienza di Menfi, dove al posto della ferrovia è stata ricavata una pista ciclopedonabile inutilizzata e abbandonata, ci insegna che è preferibile, ai fini dello sviluppo del turismo, orientarsi verso un ripristino del servizio ferroviario”. Ferrovie Kaos è a disposizione dell’Amministrazione Comunale di Sciacca per studiare tutte le soluzioni possibili al fine di salvare l’impianto ferroviario e, al contempo, un ripristino della tratta come “ferrovia turistica”.

Cominciamo dalla stazione ferroviaria. L’Associazione L’ALTRASCIACCA non conosce ancora il progetto dell’Amministrazione e attende che questo diventi pubblico per poterne serenamente discutere ma non può che essere d’accordo con l’associazione “Ferrovie Kaos” quando riferisce che tale patrimonio vada conservato e tutelato. Infatti, all’interno della stazione insistono alcuni immobili ed oggetti (in particolare la stazione vera e propria, il casello, la rimessa, la colonnina idraulica etc.) che, per quello che hanno rappresentato per la città di Sciacca, vanno immancabilmente conservati e salvaguardati.

Il nostro progetto, quello per intenderci che fa parte del Piano Integrato per uno Sviluppo Turistico della Città di Sciacca, prevede la creazione, all’interno dell’area della ex-stazione ferroviaria, di un parcheggio alberato a raso e di un museo della ferrovia che concilierebbero la giusta istanza di salvaguardia del patrimonio ferroviario saccense con una inalienabile necessità di crescita dei servizi urbani per la città di Sciacca.

Non bisogna però confondere la giusta voglia di salvaguardia del proprio patrimonio storico con utopistici progetti di ripristino della strada ferrata. Infatti, la nostra progettualità prevede anche la conversione della strada ferrata in pista ciclabile e ciò per svariati validissimi motivi che proveremo a riassumere:

1) Il ripristino della ferrovia risulterebbe costosissimo sia per la messa in sicurezza delle opere d’arte per i carichi ferroviari, sia per il recupero e la messa in servizio dei vecchi locomotori a scartamento ridotto con i relativi vagoni, sia per le spese di manutenzione e gestione della tratta ferroviaria (controllori, caselli, energia elettrica, etc.), sia per il ripristino dell’armamento. A tal proposito aggiungiamo che non è vero che quest’ultimo risulterebbe intatto ma è stato, in più punti, asportato delle relative traversine in legno. Non siamo in grado di fare una stima, che speriamo ci possa invece fornire l’associazione “Ferrovie Kaos”, ma crediamo che la spesa per il solo ripristino della tratta e dei locomotori e possa essere dell’ordine di decine di milioni di euro e che occorrano altri svariati milioni di euro l’anno per la gestione, la manutenzione e gli stipendi.
– Chi pagherebbe tutto ciò ?

2) La pista ciclabile, che nella nostra progettualità ripristinerebbe sagome e luoghi della ferrovia, costa invece “pochissimo”. La nostra stima è di circa due milioni di euro.

3) I costi di gestione della pista ciclabile sono bassissimi.

4) Non è vero che le piste ciclabili non portano turismo. Certo è che se si fa una singola pista di appena qualche chilometro questa resterà di certo abbandonata o poco utilizzata, ma se si crea un offerta turistica sviluppata su decine di chilometri questa può portare un indotto notevole. La tratta di Sciacca (25 Km), con la sua lunghezza, rappresenterebbe un ottima offerta turistica e potrebbe al contempo fare sistema con la sua prosecuzione fino a Menfi e con la tratta che da San Carlo porta a Palermo, in fase di realizzazione, attraverso il bosco della Ficuzza, rappresentando così un’offerta molto appetibile per i turisti di tutta Europa. Già oggi nei periodi di primavera ed autunno i nostri alberghi sono pieni di cicloturisti che rischiano l’osso del collo percorrendo le nostre strade statali. Vi immaginate quanti potrebbero diventare se il nostro territorio potesse offrire decine di chilometri di piste ciclabili tra i più bei paesaggi della Sicilia?

5) Per Sciacca, dato che il percorso attraverserebbe quartieri popolosissimi, la pista ciclabile potrebbe rappresentare un mezzo alternativo alla macchina, divenendo, di fatto, una Metropolitana Verde per la Città.

6) E’ possibile, inoltre, lungo il percorso della ferrovia, creare un museo lineare del territorio con locali tipici, cartelloni esplicativi, accessi al mare e quant’altro. In pratica, con la bicicletta è possibile fruire del territorio nella sua completezza mentre col treno ciò non è possibile.

7) Sono già stati stanziati fondi appositi per la realizzazione delle piste ciclabili.

Tirando le somme, il ripristino della strada ferrata ci sembra un’irrealizzabile utopia, una di quelle che hanno permesso in passato la nascita di grandi strutture inutilizzate o incompiute come il Teatro Samonà. Molto meglio puntare a qualcosa di più facile realizzazione essendo molto più concreto, nell’immediato, il serio rischio che il patrimonio ferroviario venga alienato (questo purtroppo è già successo con alcuni caselli e con alcuni tratti di ferrovia al di fuori del territorio saccense) o abusivamente recintato e snaturato da nostri conterranei. Anzi, chiediamo all’associazione “Ferrovie Kaos”: perché non ci date una mano a salvaguardarlo?

Nella speranza di avere creato le basi di un dialogo costruttivo attendiamo una risposta e nell’attesa vorremmo avere una rassicurazione anche da questa Amministrazione comunale:

– la pista ciclabile è presente nel Piano Triennale delle Opere pubbliche, ma è anche una Vostra priorità?

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