Sono ormai quasi tre anni che ne discutiamo. Trentasei mesi durante i quali abbiamo posto l’attenzione più volte sulla questione, anche scherzando (ricordate il pesce d’Aprile 2008?), cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli amministratori locali. Ma nulla è cambiato, di tanto in tanto un cenno, quando le opposizioni hanno bisogno di argomenti, e poi di nuovo il silenzio più assoluto. Quel silenzio unito al tempo che scorre inesorabilmente e col quale in simbiosi si diverte a giocare a nostro sfavore, come accade per tutti i problemi della nostra cittadina termale.
Si tratta della condizione in cui versa Coda della Volpe, la cosiddetta rupe di Cammordino, uno dei paesaggi naturali più suggestivi della nostra costa, un punto di attrattiva per il turismo locale, uno dei luoghi più belli della nostra Sciacca che per l’incuria e l’ignavia dei nostri amministratori rischia letteralmente di “venire giù”. Chi se ne dovrebbe occupare? Il Comune? La Sovrintendenza? La Provincia? La Regione?
Riprendiamo l’argomento giusto adesso per condurre un paragone con il crollo della Schola Armatorum di Pompei, grave danno per la nostra Italia la cui immagine internazionale nel campo dell’arte e della cultura è stata fortemente compromessa, disastro per il quale sono state pure chieste le dimissioni del Ministro dei Beni Culturali che sembrava non entrarci nulla, ma su cui sono piovute dall’alto le responsabilità dei mancati investimenti per la salvaguardia del bene in questione nel corso degli ultimi anni.
Allo stato attuale sappiamo che per la realizzazione delle opere di consolidamento della parete di Coda della Volpe Sciacca potrà usufruire di un finanziamento di 800.000 Euro, ma i Cittadini nel frattempo continuano ad osservare giorno dopo giorno l’aggravamento delle condizioni di stabilità del costone, compromesse non soltanto dal naturale fenomeno di erosione, ma, ormai da parecchio tempo, anche dalla presenza di una copiosa perdita fognaria per la quale, tanto per cambiare, non è stato neppure diffidato il gestore del servizio idrico integrato.
Allora chiediamo all’Amministrazione comunale a chi i Saccensi dovrebbero imputare la responsabilità dell’eventuale perdita di Cammordino, luogo incantevole ritratto in cartoline o in foto d’autore, riprodotto nei dipinti o sulle ceramiche come uno degli angoli più rappresentativi della nostra città? Chiunque fosse indicato come responsabile di tale tragico evento, chiunque venisse sfiduciato non potrebbe comunque più restituirci la suggestione di questo luogo.
Perché vogliamo attendere silenziosamente quel momento?
Quando verrà eliminata la perdita fognaria che insiste su Cammordino?
Quando si prevede cominceranno i lavori di consolidamento?
Attendiamo le risposte dell’Amministrazione comunale.