Referendum sull’atomo, c’è già il quorum: no dei sardi al nucleare.


Bastava il 33 per cento, invece domenica alle 22 aveva già votato il 39,83 degli aventi diritto. Alle 11 di lunedì il dato è salito al 49 per cento. Soddisfatto Ugo Cappellacci: “La nostra isola non accetta scelte calate dall’alto”.

Referendum sullatomo, c’è già il quorum: no dei sardi al nucleareSASSARI. Per il nucleare non c’è posto nell’isola, i sardi dicono no a centrali e siti di stoccaggio delle scorie. È bastata una sola giornata per raggiungere il quorum: serviva il 33 per cento, a tarda notte il dato sull’affluenza sfiorava il 40 (39,83), la vittoria del Sì appare scontata. L’obiettivo è stato centrato e il messaggio, rivolto al governo nazionale, è forte e chiaro. La soddisfazione è enorme, i politici di ogni colore esultano. Bustianu Cumpostu, anima della consultazione, dice che «i sardi hanno tirato fuori l’orgoglio». E si vota anche oggi, dalle 7 alle 15: c’è ancora tempo per fare il botto.

Che i numeri crescano se lo augura anche il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Che alle 22.30, di fronte al 37,3 per cento di affluenza che significava vittoria e pure in anticipo, ha rotto gli indugi, dopo la comprensibile cautela mostrata di fronte ai dati precedenti: affluenza ferma al 10,32 per cento a mezzogiorno, un incoraggiante 28,74 alle 19. Poi tre ore e mezza dopo, la certezza e le parole liberatorie: «Con questo pronunciamento il popolo sardo dice che intende scegliere – dice Ugo Cappellacci -, che la nostra isola non accetta scelte calate dall’alto e che intende invece proporsi come modello da seguire a livello nazionale ed internazionale». Poi l’invito ai ritardatari, perché oggi vadano alle urne. Perché più i numeri cresceranno «più la volontà dei sardi sarà scolpita nel granito – aggiunge Cappellacci -, per oggi e per il futuro». Il governatore sul referendum aveva fatto una scelta di campo, sostenendo la necessità di votare sì per tenere alla larga dall’isola centrali e siti di stoccaggio.

Il referendum, come tutti quelli regionali, è consultivo, dunque l’u ltima parola spetterà al governo nazionale. Ma la Corte Costituzionale in una recente sentenza ha stabilito che il parere delle Regioni deve essere tenuto in debito conto. Dunque, il fatto che la Sardegna abbia espresso contrarietà all’atomo rappresenta un punto a suo favore in uno scenario nazionale nebuloso, con il referendum abrogativo (12-13 giugno) ancora in bilico e gli scienziati che considerano l’isola, per il fatto di essere geologicamente stabile e scarsamente popolata, terra ideale per accogliere le centrali.

Ecco perché, dice Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione e promotore del comitato per la raccolta delle firme (16.286 quelle depositate), dice che «il segnale deve essere ancora più forte». Lui sogna che il quorum arrivi al 50 per cento, ma lo sussurra appena, per scaramanzia e perché «se così fosse, sarebbe un risultato veramente travolgente, in un’isola che con i referendum non ha mai mostrato feeling e dove l’affluenza alle urne è sempre più bassa». Sperare però è legittimo, come lo è immaginare che dalla Sardegna parta un grande movimento antinuclearista nazionale ed internazionale. «Ora pensiamo al referendum abrogativo – aggiunge Cumpostu – noi non abbiamo dubbi che si farà. I sardi saranno chiamati a votare per la seconda volta, insieme al resto degli italiani. E quello sarà l’appuntamento decisivo, nel quale potremo mettere una pietra tombale sul nucleare e sugli scellerati programmi di chi ci governa a Roma. Intanto il primo passo, fondamentale, noi sardi l’abbiamo fatto». Esulta anche Silvio Lai, il segretario regionale del Pd, in attesa dei dati nella sua abitazione di Sassari: «Alle 19, tre ore prima della chiusura dei seggi, ho capito che era fatta, perché la percentuale sfiorava già il 30 e c’è anche domani (oggi ndr) per andare a votare. Poi i dati delle 22 hanno dato ragione al mio ottimismo: è andata bene, la Sardegna ha messo per iscritto che non vuole il nucleare, il governo dovrà prenderne atto». E la soddisfazione è ancora più grande «perché il risultato positivo non era affatto scontato», dice il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, che nei giorni scorsi, insieme ai sindaci di altri comuni grossi non coinvolti nelle amministrative, aveva rivolto un appello ai suoi concittadini: «Andate a votare, non perdiamo questa occasione».

Missione compiuta, anche a Sassari e in provincia, dove come in tutte le altre 7 è stato raggiunto e superato il quorum con mezza giornata di anticipo: l’affluenza più alta nel del Medio-Campidano (dove ci sono le amministrative a Villacidro) e nel Sulcis (dove oggi si conosceranno i nomi dei nuovi sindaci di Carbonia e Iglesias). E le altre province, quelle dove non è stata superata la percentuale del 40 per cento, hanno ancora 8 ore di tempo per migliorare.

16 Maggio 2011

Fonte: lanuovasardegna.gelocal.it

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