Il Comitato Provinciale per la Sicurezza di Agrigento revochi la sua decisione di ridurre la scorta al magistrato Salvatore Vella


Salvatore Vella, sostituto procuratore in servizio alla Procura della Repubblica di Agrigento

 

Ci risulta incomprensibile la scelta operata dal Comitato Provinciale per la Sicurezza di Agrigento circa la riduzione della scorta al magistrato Salvatore Vella, non solo per la sua posizione in prima linea contro la criminalità organizzata o altro ma anche per il grande ruolo di comunicatore di valori di legalità e di rispetto delle leggi e dei diritti dei cittadini.

Da anni, infatti, pur potendo limitarsi ad un doveroso adempimento del ruolo ricoperto, Vella dedica gran parte del suo tempo libero a qualcosa che riteniamo quasi più importante del ruolo di magistrato che mirabilmente assolve quotidianamente. Ci riferiamo al suo impegno costante per far sì che questa terra comprenda una volta e per tutte che l’assuefazione alla mafia, alla criminalità , all’illegalità è assenza di libertà, di crescita, di sviluppo e di opportunità soprattutto per le nuove generazioni che, mai e poi mai, devono poter pensare che  esistono valori  alternativi a quelli offerti dallo Stato.

Ecco il vero nodo cruciale: lo Stato! Come pensa lo Stato di combattere le gigantesche macchine d’illegalità togliendo o, come nel nostro caso, riducendo la scorta a chi ogni giorno rischia veramente la vita?

Noi crediamo che quando dalla società civile (associazioni, professionisti, singoli cittadini, media) si leva un giudizio cosi chiaro e netto sull’operato di un magistrato e si chiede con forza la revisione di una decisione appena assunta, il Comitato Provinciale per la Sicurezza non può fare a meno di ascoltarlo e se non lo fa si assume una responsabilità che va al di là del mero rispetto di normative, procedure e/o codici vari, sino ad arrivare alla propria coscienza.

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