L’Avv. Luigi Restivo ha notificato ieri il ricorso al Tribunale amministrativo regionale promosso dai Comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Camastra, Cammarata, Cianciana, Joppolo Giancaxio, Menfi, Montevago, Palma di Montechiaro, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, Santa Elisabetta, Santa Margherita Belice e Santo Stefano di Quisquina, ricorso con il quale i 15 Comuni della provincia di Agrigento hanno impugnato il Decreto dell’Assessore regionale ai Servizi pubblici essenziali con il quale la dott.ssa Teresa Restivo – già commissario liquidatore dell’Ato rifiuti – è stata nominata commissario ad acta al fine di procedere alla consegna di risorse, reti ed impianti idrici alla Girgenti Acque S.p.A.
Già nelle scorse settimane tutti i Consigli comunali degli enti interessati hanno deliberato la contrarietà delle comunità amministrate a consegnare i propri impianti al gestore privato ed hanno chiesto altresì al Consorzio d’ambito Agrigento di avviare le procedure per la rescissione della convenzione di gestione con la Girgenti Acque.
I Sindaci, nel loro ricorso, hanno sottolineato i numerosi profili di illegittimità del provvedimento di commissariamento sia con riferimento alla competenza dell’Assessorato sia e soprattutto rispetto al quadro normativo che disciplina la materia così come risultante dall’esito del referendum dello scorso giungo 2011 – a seguito del quale il 95% dei partecipanti al voto hanno sancito il ritorno alla gestione pubblica delle risorse idriche – che dell’art. 49 della legge finanziaria regionale dello scorso anno che delle recenti sentenze della Corte costituzionale che hanno stoppato i tentativi dei governi Berlusconi e Monti di vanificare gli effetti referendari.
“Si tratta di una battaglia – dichiarano i Sindaci – che condurremmo avanti con tutti i mezzi che l’ordinamento ci consente. Da cinque anni a questa parte sia la Regione Sicilia che l’ATO idrico, in dispregio alle norme che disciplinano la materia ed alla volontà dei cittadini, cercano in ogni modo di favorire gli interessi di pochi per la gestione di un servizio essenziale per la vita di tutte le nostre comunità.
Ci auguriamo – concludono i primi cittadini – che la magistratura amministrativa metta la parola fine a questa vicenda e consenta a tutti noi di continuare ad avere fiducia nelle istituzioni dello Stato”.