Comitato Stoppa La Piattaforma: “Lineablu censura l’intervento dei comitati locali”


Relativamente alla trasmissione Lineablu, mandata in onda Sabato 31 Agosto su Rai1 il Comitato Stoppa la Piattaforma esprime la propria netta contrarietà a ogni ipotesi di trivellazione a seguito della zonizzazione del nostro mare espressa del geologo Carlo Cassaniti.

Si specifica, inoltre, che era stata rilasciata un’intervista a Lineablu da un esponente del Comitato Stoppa la Piattaforma in cui si esprimeva, con forza e chiarezza, l’insensatezza di ogni ipotesi di sfruttamento in chiave petrolifera del nostro mare. Tale intervista non è stata mandata in onda, preferendo al suo posto l’intervento di un geologo, completamente sconosciuto al territorio di Sciacca, che ha dichiarato l’opportunità, attraverso una zonizzazione del nostro mare, di eseguire trivellazioni nel Mediterraneo.

Il Comitato Stoppa la Piattaforma esprime la propria netta contrarietà a ogni ipotesi di trivellazione anche in seguito alla zonizzazione in aree più o meno sensibili dello stesso. Come tutti sanno, il Mar Mediterraneo è un mare chiuso e di modesta estensione. Un eventuale incidente petrolifero manifesterebbe i propri effetti negativi anche a centinaia di miglia dal luogo dell’incidente, andando a deturpare certamente zone molto lontane dal luogo di trivellazione. L’idea che si possa dividere il nostro mare in zone più o meno sensibili alle trivellazione, ammettendo di fatto che è possibile trivellare in sicurezza, è quindi assolutamente priva di ogni fondamento logico.

La zonizzazione del nostro mare a fini petroliferi equivale a sostenere che il petrolio, una volta sversatosi a causa di un incidente, rimane confinato all’interno di invisibili confini che delimitano tali zone. Chi conosce anche superficialmente la storia degli incidenti petroliferi sa, invece, che gli effetti di un incidente si ripercuotono per decenni anche a centinaia di miglia di distanza dal luogo in cui si è verificato. Pure una conoscenza minima dei fenomeni biologici che avvengono nel nostro mare farebbe comprendere che i banchi di pesci viaggiano per centinaia, a volte migliaia di miglia, attraversando anche le zone riconosciute buone per trivellare.

Caro geologo, cara Lineablu, purtroppo per noi il nostro mare e la fauna che lo abita  non hanno frontiere né barriere doganali. Un incidente in qualunque luogo del Mediterraneo comprometterebbe irrimediabilmente il nostro ambiente, la flora e la fauna marine e la nostra economia basata sulla pesca e sul turismo.

Il Comitato Stoppa la Piattaforma durante l’intervista a Lineablu, non mandata in onda, aveva espresso chiaramente l’insensatezza di uno sfruttamento in chiave industriale del nostro mare.

Siamo sinceramente dispiaciuti per tutti quei cittadini che, come noi, pensavano che le ragioni del territorio potessero trova spazio su Rai 1.

Il Comitato Stoppa La Piattaforma

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