Le osservazioni sul PRG di Sciacca presentate da L’AltraSciacca


La nostra associazione ieri, ultimo giorno utile per farlo, ha presentato un documento di osservazioni generali sul PRG (piano regolatore generale) di Sciacca.

Abbiamo rilevato come siano presenti modifiche sostanziali tra la versione 2004 e la versione 2010 del PRG. Tali modifiche rischiano di inficiare l’iter conclusivo del Piano esponendolo a eventuali attacchi amministrativi, col conseguente rischio di un ulteriore allungamento dei tempi di approvazione dello stesso.

L’adottato PRG pone alla base dei calcoli del soddisfacimento dei fabbisogni futuri, e quindi delle conseguenti nuove zone di espansione dell’abitato di Sciacca, uno studio demografico a nostro avviso sbagliato. Non si comprendono, né sono stati spiegati, i motivi per cui la nostra città nel prossimo ventennio debba avere un boom demografico (+12.500 abitanti) che porterà a una crescita 6 volte superiore a quella del ventennio passato (+2.000 abitanti). Tale valutazione si scontra anche con l’analisi demografica effettuata nella versione 2004 dagli stessi progettisti che all’epoca avevano previsto una crescita di ‘soli’ 5.145 abitanti.

I progettisti del PRG, basandosi su un’analisi demografica errata, prevedono nuove ed estese zone di espansione dell’abitato di Sciacca con un consumo di suolo di 2.461.642 mq, pari a circa due volte e mezzo la superficie del quartiere della Perriera, in totale contrasto con le direttive impartite dal Consiglio comunale di Sciacca che ha espresso chiaramente la volontà di non dotare la nostra città di nuove zone di espansione. Inoltre, a nostro avviso, non è stata fatta una puntuale analisi del costruito, con particolare riferimento a quello di natura abusiva.

Il nuovo P.R.G. prevede nuove ed estesissime zone per l’allocazione di attività commerciali, artigianali ed industriali per circa 2,5 milioni di metri quadri. A fronte di questa notevole espansione, non siamo riusciti a trovare una sola riga di giustificazione nella relazione generale allegata al Piano. Una tale scelta sarebbe dovuta discendere da una precisa volontà del Consiglio comunale, che, sottolineiamo, non ha mai deliberato in materia, e sarebbe dovuta essere giustificata sia nell’estensione delle aree che nella loro ubicazione da un attentissimo studio dell’esistente, dell’economia della città e dei potenziali fabbisogni che è completamente assente nella relazione allegata al PRG. Chiediamo pertanto che siano eliminate le nuove zone commerciali nel territorio di Sciacca e sia eseguita una seria e puntuale analisi del fabbisogno di nuove zone artigianali, industriali e commerciali che porterà, a nostro giudizio, a una rilevante riduzione della loro estensione.

A parere degli scriventi l’area dell’ex stazione ferroviaria, per la sua centralità, per la sua storia, deve avere una destinazione pubblica a servizio della città. Nella stesura originaria del 2004 l’area dell’ex stazione ferroviaria era destinata a servizi e attrezzature ed era stata addirittura prevista la realizzazione di un parcheggio la cui proposta tecnica sarebbe stata trattata nella prescrizione esecutiva. Nella versione 2010 del PRG redatta dal gruppo ristretto di progettisti l’area viene destinata a insediamenti commerciali a servizio della città e dell’area portuale misti a residenza ove è possibile edificare nuovi e consistenti volumi edilizi (si stima dagli 80.000 ai 200.000 metri cubi, data l’indeterminazione delle NTA per la parte afferente ai volumi commerciali). L’edificazione di quest’ultima area del quartiere dei marinai priverebbe quella parte della città dell’unico spazio ove collocare i servizi minimi necessari alla sua fruizione, rendendo di fatto impossibile una sua futura riqualificazione. Si specifica la variazione della destinazione dell’ex area ferroviaria tra non discende da adeguamenti ex lege o indirizzi del Consiglio comunale ed è quindi da ritenersi illegittima. Si sottolinea infine che l’apposizione di un vincolo di natura etnoantropologica sugli immobili e sui terreni della ex stazione ferroviaria (risalente a maggio 2014), rende di fatto impossibile, fortunatamente, le previsioni commerciali dell’adottato PRG. Per tutti questi motivi chiediamo il ritorno all’originaria destinazione dell’area dell’ex stazione ferroviaria con l’espresso vincolo di interdizione a nuove edificazioni.

L’AltraSciacca

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