Gli spettacoli teatrali di SciaccART 2015


sciaccart-2015

Lo Sciaccart ripropone anche quest’anno la sua carrellata di eventi culturali. Il nostro festival itinerante coinvolgerà l’intera area del complesso monumentale Badia Grande. Nello specifico, l’Arena giardino accoglierà al suo interno due eventi di grande portata artistico-culturale. La splendida location dell’Arena Giardino mercoledì 5 agosto alle 21: 30 ospiterà il suggestivo spettacolo di sand-art di Stefania Bruno. L’artista ennese esordirà con uno spettacolo di Sand art (cioè l’arte di manipolare la sabbia dando vita a delle vere e proprie figure) dal titolo Orfeo ed Euridice. I disegni sulla sabbia danno forma ad uno degli episodi più struggenti della mitologia greca. L’artista che ha appena partecipato al programma televisivo “Tu si que vales”, raffigurerà, mediante questa tecnica, il sentimento di Orfeo, uomo disposto a tutto per amore, e l’evanescenza di Euridice il cui dissolvimento si presta benissimo ad essere espresso sulla sabbia. L’artista che ha colpito i giudici della nota trasmissione televisiva, riesce a rendere vivi e manifesti, mediante la sabbia, i sentimenti di amore, passione, sofferenza e precarietà propri dei protagonisti del mito. Sempre nell’Arena giardino giovedì 6 agosto alle ora 21:30, l’attrice Rossana Bonafede metterà in scena uno spettacolo dal titolo “L’amore è…Salvo?”, il cui testo di Lorena Salerno propone quattro monologhi in cui i personaggi maschili portano lo stesso nome che indica metaforicamente, anche la possibilità di salvezza. Salvezza ovviamente dagli stereotipi, dalle differenze di genere, da uomini che controllano e dirigono le emozioni altrui. L’attrice interpreterà la studentessa popolare dei nostri giorni che ha già un destino segnato, la donna che non vuole denunciare l’amore malato, la borghese che nasconde un uomo padre-padrone e infine la donna saggia che incontra l’amore quando ormai sembra troppo tardi. Una concezione dell’amore che allo stesso tempo può essere costrizione, riflessione, ironia o salvezza,e questo dipende solo da noi. Nel quinto monologo l’attrice si confessa in un gioco scenico che mette a nudo verità e finzione. Lo spettacolo attraverso il registro ironico propone infatti un percorso di riappropriazione del ruolo femminile per mezzo di una lente d’ingrandimento che mette in risalto, dubbi, sofferenze e gioie delle figure femminili che libere dai pregiudizi possono salvare l’unico vero sentimento:quello dell’amore nei confronti della propria persona e della propria dignità.

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