E’ notizia di ieri che la Procura della Repubblica di Agrigento ha comunicato la revoca dell’affidamento della gestione dei depuratori sequestrati nella Provincia di Agrigento, ben 11, a Girgenti Acque, gestore Idrico responsabile del buon funzionamento degli stessi a cui, temporaneamente erano stati affidati ma con il preciso obbligo di provvedere entro un certo lasso di tempo ad effettuare interventi e manutenzioni atte a scongiurare sversamenti e inquinamento ambientale delle nostre coste.
Le prescrizioni, da quanto si rileva, non sono state osservate, e il permanente rischio ambientale e sanitario, hanno determinato un provvedimento gravissimo da parte della Procura: la revoca dell’affidamento a Girgenti Acque e la conseguente consegna alla Regione Sicilia – Dipartimento Acque e Rifiuti, al “fine di tutelare più efficacemente la salute degli utenti e dei cittadini”.
Questo provvedimento, a nostro parere, apre scenari finora impensabili e scopre falle nel sistema di gestione che pongono ulteriori dubbi sulla corretta applicazione della tariffa nella nostra Provincia.
Le domande che sorgono spontanee e che abbisognano di una risposta da parte dell’ATI, organo di controllo del gestore, sono:
- Se i depuratori non depuravano, il servizio intascato dal Gestore non dovrebbe essere quantificato e rimborsato?
- Se i depuratori non svolgevano e non svolgono correttamente la loro funzione, le nostre coste possono essere considerate sicure?
- Le prossime bollette di Girgenti Acque avranno ancora la voce depurazione addebitata nei Comuni oggetto dei sequestri degli impianti?
- Come mai i responsabili dell’ATI non hanno mai fatto rilevare nulla nelle loro relazioni?
- Com’è possibile che nonostante tutto questo e le miriadi di inchieste e rinvii a giudizio di responsabili della società di gestione questa continui a gestire un bene essenziale come l’acqua?
Ci sarebbero altre mille domande, con responsabilità anche politiche di chi ha permesso e permette ancora tutto ciò, in barba alle mille denunce, servizi giornalistici, segnalazione, inchieste, sequestri e accuse di “assumificio” poste in essere anche alla Commissione Antimafia, che a questo punto chiedono risposta, in primis da sua eccellenza il Prefetto, autorità preposta a vigilare su quanto accade nella nostra Provincia ed ha rilasciare certificati antimafia.
L’AltraSciacca chiede con forza, ancora una volta che i Sindaci si astengano dal votare Tariffe del servizio Idrico se prima non vengono chiariti tutti questi interrogativi, che oltre a mettere in dubbio la veridicità dei conteggi, calano un’ombra inquietante sulla nostra salute.