Il Comitato Patrimonio Termale chiede l’istituzione di un “gruppo di lavoro tecnico” alla Regione


Preg. Mo Assessore all’Economia della Regione Siciliana On. Le Gaetano Armao
e per conoscenza
Al Sindaco di Sciacca Francesca Valenti
Agli On. Li Deputati regionali
Margherita La Rocca Ruvolo
Matteo Mangiacavallo
Carmelo Pullara
Michele Catanzaro


Oggetto: problematica termale di Sciacca


Facendo seguito ai contenuti dell’audizione svoltasi a Palermo in data 12 novembre presso la VI Commissione “Servizi Sociali e Sanitari” dell’ARS e alla notizia odierna della pubblicazione dell’avviso pubblico esplorativo per la raccolta delle manifestazioni di interesse, il nostro Comitato Civico sottopone alla Sua cortese attenzione i seguenti aspetti e interrogativi della problematica termale di Sciacca che, a parere di questo Comitato, richiedono l’istituzione di un “gruppo di lavoro tecnico”, composto da dirigenti e tecnici della Regione e del Comune di Sciacca, e possibilmente integrato dalla presenza di un rappresentante del nostro Comitato Civico, al fine di liberare il campo da ogni possibile situazione che possa in un prossimo futuro determinare ulteriori e dannose dilazione di tempi, oltre a rendere meno appetibile sul mercato la successiva fase del bando pubblico per l’affidamento in concessione. Tale “gruppo di lavoro tecnico” dovrebbe avere quale propria specifica “mission” quella di lavorare in modo coeso, sinergico e continuativo sulla soluzione di tutti i residui ostacoli che impediscono una valorizzazione del patrimonio termale di Sciacca, che si sta invece progressivamente degradando con aspetti non trascurabili di responsabilità non solo politica ma anche di carattere giuridico. Un “gruppo di lavoro tecnico” così dedicato garantirebbe un vero e proprio cronoprogramma sulla strada della complessiva e definitiva soluzione di ogni possibile problematica, oltre ad agevolare la trasparenza pubblica di tutti i passaggi che si rendono ancora necessari in questa complessa procedura, trasparenza che di fatto è stata sempre negata alla cittadinanza di Sciacca.

Sulla scorta di quanto emerso principalmente dalla riunione Palermo, sia nella prima parte con la Sua presenza che in quella successiva quando al tavolo sono rimasti i dirigenti dipartimentali, rappresentiamo qui di seguito gli aspetti e gli interrogativi per i quali si rende a nostro avviso necessaria un’azione incisiva e cronologicamente pianificata nell’ottica di una auspicabile e definitiva soluzione della problematica termale di Sciacca:

1) Le bozze di avviso pubblico per la raccolta della manifestazione di interesse e per il bando di affidamento in concessione, di cui abbiamo finora preso visione, fanno entrambe riferimento al “compendio immobiliare sito in Sciacca precedentemente sito termale delle Terme di Sciacca SpA”. Ci chiediamo: perché mai si ritiene che del bacino idrotermale e delle stufe di San Calogero non possa farsene menzione? Risulta a questo Comitato che ad avviso del Dipartimento Regionale delle Finanze e del Credito questi beni (bacino idrotermale e stufe) “non risultino acquisiti alla proprietà regionale e che potranno far parte solo di un separato processo convenzionale con la Liquidazione”.
Ad avviso di questo Comitato questa tesi sconta il grave limite della mancata conoscenza di una norma fondamentale e precisamente del D.lgs P. Reg. del 12-12-1949 n. 35 ‘Provvedimenti per lo sviluppo del bacino idrotermale di Sciacca’, il cui primo comma recita testualmente:
<<1. L’Amministrazione del demanio della Regione è autorizzata ad utilizzare industrialmente le acque del bacino idrotermale di Sciacca scaturenti naturalmente o artificialmente o comune esistenti nella zona da delimitare a norma dell’art. 4, nonché le stufe di S. Calogero sul monte Kronio: >>.
È del tutto evidente che si è in presenza di un bene che può essere dato in godimento a soggetti terzi (tra cui la Terme di Sciacca SpA) solo a mezzo di concessione (e non di usufrutto) e che la concessione è (per principio generale) revocabile per sopravvenute ragioni di pubblico interesse.
Donde l’assoluta illegittimità e inefficacia della concessione in usufrutto da parte della Regione delle stufe vaporose alla Terme di Sciacca SpA:
la Regione può (e deve) procedere al ritiro in autotutela del provvedimento relativo.
2) Problematica Centro accumulo acque: trattasi come noto di un piccolo immobile nel quale avviene il convogliamento e lo smistamento delle acque termali, attualmente nella disponibilità della società Terme di Sciacca SpA in liquidazione, e quindi non ancora di proprietà della Regione Siciliana, struttura ritenuta indispensabile per poter valorizzare l’intero complesso termale.

Perché non riesce ancora a chiudersi l’avviata valutazione dell’immobile da parte dell’Agenzia delle Entrate e la regolarizzazione catastale del terreno altrui (Comune e privati) sul quale l’immobile fu a suo tempo costruito? E quando entrambe le incombenze saranno adempiute, si possono prevedere problemi di disponibilità finanziaria per la sua acquisizione da parte della Regione?
Ad avviso di questo Comitato relativamente all’acquisto da parte della Regione del Centro accumulo acque, trattasi – come affermato dal Liquidatore delle Terme di Sciacca Spa – di un bene realizzato oltre 50 anni fa dall’Azienda autonoma delle terme su terreni altrui (Comune e privati); il terreno del Comune risulta individuato con particelle catastali (consegue che si è in presenza di bene patrimoniale disponibile). Orbene, se (come si ha motivo di ritenere) detto Centro accumulo acque non costituisce opera pubblica, appare fondata la tesi esposta dallo stesso Liquidatore secondo cui saremmo in presenza di un bene acquisito per usucapione dall’Azienda autonoma delle terme e, dunque, oggi totalmente nella disponibilità della società Terme di Sciacca SpA Terme e quindi suscettibile di immediato acquisto da parte della Regione.
3) Problema mancanza fognature degli alberghi sul Monte Kronio, con annesse Stufe, che impedirebbe l’acquisto e/o acquisizione in disponibilità da parte della Regione: si ribadisce innanzitutto il fatto che le Stufe sono beni demaniali, ragion per cui dovrebbe essere opportuno estrapolarle dal c.d. Grande Albergo di San Calogero, che è invece un bene patrimoniale, per poterle inserire autonomamente nella manifestazione di interesse e/o bando per l’affidamento in concessione.
Una esclusione dalla procedura pubblica di tale “unicum che le grotte vaporose sicuramente rappresentano è, a parere del Comitato Civico, ipotesi del tutto da escludere e in conflitto con il superiore interesse della più adeguata valorizzazione del patrimonio termale di Sciacca Ad avviso di questo Comitato poi la tesi dell’impossibilità di acquisto dei due alberghi di S. Calogero per mancanza dell’allaccio fognario, così come affermato dalla Dr.ssa Cannata nel corso dell’audizione in Commissione, non è condivisibile, posto che non sono commerciabili solo gli immobili abusivi e non anche quelli privi di agibilità quando il compratore ha la consapevolezza di tale circostanza e l’agibilità è del tutto conseguibile (cfr., Cassazione Civile sentenza n. 29090 del 5-12-2017). Nel caso dei due alberghi di S. Calogero, la Regione ha piena consapevolezza della mancanza dell’allaccio fognario (necessario per l’agibilità dell’immobile), facilmente realizzabile ai sensi di legge.
È privo di senso l’altro rilievo opposto dalla Cannata, e precisamente quello del divieto di acquisto da parte della Regione senza la “documentata indispensabilità e indilazionabilità attestata dal responsabile del procedimento” ai sensi dell’art. 12 del D.L. 98/2011. Ed invero, la riapertura delle Terme di Sciacca e di Acireale non rende forse indispensabili e indilazionabili gli acquisti in argomento?
4) Chiediamo conferma che sia stata definitivamente superata la tesi della presunta nullità dell’atto con la quale la Regione Siciliana ha acquisito le Piscine Molinelli, portata avanti dal Dipartimento delle Finanze e del Credito che ne ha chiesto la declaratoria di nullità in base alla convinzione che tale atto costituisca violazione della norma sul divieto di soccorso finanziario (art. 14.5 D.Lgs. 175/2016)?. A tal proposito, ad avviso del Comitato, il rilievo del Dipartimento è infondato, come ha avuto modo di evidenziare l’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni dello stesso Assessorato dell’Economia con nota del 22-5-2019: ed invero, l’atto di acquisto di un bene di proprietà di una società a partecipazione pubblica non rientra tra le ipotesi di divieto prevista dal 5° comma dell’art. 14 (sottoscrizione di aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito, garanzie a favore delle società partecipate); con l’atto di vendita di un bene, infatti, si realizza unicamente la trasformazione del bene stesso in denaro e non, dunque, un aumento di capitale della società.
Gli atti di acquisto in argomento, previsti dall’art. 2 della L.R. n. 20/16, sono pertanto del tutto legittimi e la Regione può (e deve) acquistare i restanti beni ancora nella disponibilità totale o parziale della Terme di Sciacca SpA.
In ordine alla titolarità della concessione all’eduzione delle acque termali dal bacino idrotermale e alla ritenuta competenza, da parte del Dipartimento delle Finanze e del Credito, del Dipartimento regionale dell’Energia per materia, può ritenersi che su tale aspetto non insorgano nel prossimo futuro problematiche che possano frapporre ulteriori ostacoli?
5) La persistente mancanza di un Advisor di elevato rango che non solo garantisca non solo un contenuto qualitativo del Bando adeguato alla potenziale importanza economica del patrimonio termale di Sciacca, ma possa anche veicolarlo al meglio sui mercati imprenditoriali internazionali (non escludendo quelli arabi, cinesi e russi). Ad avviso di questo Comitato può ritenersi non condivisibile quanto sostenuto dal Dipartimento delle Finanze e del Credito, ovvero che la Sicilia, in quanto regione europea, ha la necessaria vocazione comunicativa su strumenti europei (cfr. GUCE) e che rappresentano canale di sicura ampia diffusione.
6) Il mancato coinvolgimento del Comune di Sciacca che ci risulta sia stato finora escluso dal lavoro di predisposizione ed esame della bozza di Bando pubblico per l’affidamento in concessione del patrimonio termale di Sciacca. Entrando poi nel merito dei contenuti della bozza di cui ha potuto prendere visione questo Comitato sembrerebbe esclusa la possibilità che in sede di gara pubblica possa concretizzarsi l’opportunità di uno “spezzatino” del patrimonio da affidare in concessione. Questo Comitato si chiede se non possa essere più opportuno consentire anche la presentazione di offerte “parziali”, nell’ottica di un possibile affidamento che possa essere sia esclusivo ma anche eventualmente frazionabile tra diversi offerenti
7) La mancata chiusura della liquidazione della società Terme di Sciacca SpA (in corso sin dal giugno 2011) e il contratto di affidamento in concessione al Comune di Sciacca del 2017 (non esecutivo per condizione sospensiva) potrebbero in qualche modo ostacolare il perfezionamento della procedura pubblica per la privatizzazione? Nel caso che così fosse, come e in che tempi si ritiene di ovviare a tali impedimenti? Si è tenuto conto del disposto 2° comma art. 21 legge 11/2010 per il quale, nelle more del completamento delle procedure di liquidazione, la società e Terme di Sciacca SpA può, con gare ad evidenza pubblica, affidare a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Sciacca?

8) In qual modo la Regione intende procedere in tema di rendere possibile l’inserimento “convenzioni sanitarie” con il Servizio Sanitario Nazionale?

Per quanto sopra restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro e ci permettiamo di invitarLa sin da adesso alla giornata di mobilitazione cittadina del 6 Marzo 2020 (ricorrenza della chiusura delle Terme di Sciacca) che avrà come slogan “E semu a 5!!!”, augurandoci di poter celebrare in quel giorno dedicato interamente alla Terme di Sciacca anche novità positive, che siano finalmente esplicative di una reale volontà di valorizzare al meglio il nostro patrimonio termale, autentica risorsa e presupposto per uno significativo sviluppo economico, turistico ed occupazionale del territorio di Sciacca e dell’intera Sicilia.
Sciacca, 20.11.2019

per il COMITATO CIVICO PATRIMONIO TERMALE
Franco Zammuto (Coordinatore)
Nino Porrello (Addetto Stampa e P.R.)

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