IL SAMONA’ DELLA DISCORDIA


Sabato scorso, 7 Marzo 2009, nella sala dell’ex chiesa Santa Margherita, si è svolto un convegno dal titolo: “Teatro Samonà: ipotesi di gestione manageriale“. Prima della chiusura dei lavori, curata dall’Arch. Alberto Piazza, il presidente dell’associazione di promozione sociale L’ALTRASCIACCA, Pietro Mistretta era intervenuto per palesare un dubbio riguardante il completamento dei lavori. In molti, infatti, sostengono che i fondi stanziati non siano sufficienti per togliere il Teatro Samonà dalla lunga lista delle incompiute. Nel frattempo, si cerca però di andare oltre, ipotizzando il modo con cui questo dovrà essere gestito. E l’attuale amministrazione comunale si affiderebbe a terzi.

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Arch. Alberto Piazza, indirizzata a Pietro Mistretta:

Caro presidente, l’argomento da lei trattato al Convegno sul Teatro Samonà, svoltosi il 07/03/2009, non ha avuto, nel mio frettoloso intervento di chiusura, una chiara risposta, che sento utile dare. La sventurata storia del Teatro – da circa 40 anni ancora incompiuto, aggravato dai recenti ritardi d’inizio lavori, con la previsione che anche con questi lavori non sarà finito – non lascia possibilità di sperare bene, alimentando scetticismo, incredulità, ed ulteriore sfiducia nelle istituzioni e negli uomini.

Tuttavia il discorso posto in questi termini – che promuove la rassegnazione al fallimento, la rinuncia verso ogni ulteriore speranza alla sua ultimazione e al suo funzionamento – è inaccettabile!

Bisogna invece operare in modo da promuovere il riconoscimento delle qualità e dei valori del Teatro, perché, in questo senso, la città di Sciacca ha parecchie responsabilità, e deve recuperare il tempo perso. Oggi, rispetto al ‘nulla’, si comincia ad apprezzare quanto si era iniziato a fare negli anni ’70, si comincia ad ampliare il consenso nell’idea che il Teatro è un’attrezzatura di notevole arricchimento economico, sociale e culturale, per la città ed il territorio circostante. Ma questa nuova coscienza di valore del Teatro ha bisogno di assumere un valore politico, non basta il finanziamento e poi lasciare tutto nell’indifferenza, occorre animare l’interesse sociale sui temi di sviluppo di questa realtà. Questo è mancato e manca ancora oggi.

In questo senso c’è da chiedersi perchè l’Amministrazione Comunale di Sciacca ha mobilitato la politica del circondario ed ha promosso pressanti vertenze, fino ad indire lo “sciopero” in favore delle due buche da Golf di Rocco Forte – che in ogni caso è un privato – mentre nulla ha fatto per il Teatro che è un’attrezzatura pubblica di grande arricchimento patrimoniale per la città ed il territorio, con implicazioni economiche ed occupazionali non inferiori alle altre iniziative?

Penso che questo sia il campo di azione da scegliere, su cui la politica deve spendere le proprie energie: creare coinvolgimento sociale sui temi di sviluppo di questa realtà e su questi temi ricercare il consenso.

Cordialmente, Alberto Piazza

Ed ecco la risposta di Pietro Mistretta:

Egr. Arch. Alberto Piazza
Riscontro con piacere la sua lettera con riguardo al convegno tenutosi il 07/03/2009 avente per oggetto il Teatro Samonà. Concordo con Lei che le vicissitudini del suddetto teatro, da 30 anni in perenne status di “incompiuta”, sono ascrivibili non soltanto alle colpe della politica e del suo modo di fare, ma anche di un’intera città che, pur avendo sotto i suoi occhi tale squallido esempio di incapacità ad amministrare, ha continuato a far finta di nulla, distratta e affaccendata in altre mille e secondarie “priorità”, tralasciando colpevolmente opere della caratura ed importanza del Samonà e non solo.

Lei sicuramente ricorderà, a riprova del nostro grado di attenzione alla crescita della nostra città, il famoso referendum per il cambiamento del nome da Sciacca a Sciacca Terme, disertato dai saccensi e perenne macchia negativa sulla sua storia. In quell’occasione la nostra comunità riuscì a fare un’operazione di autolesionismo collettivo difficilmente spiegabile alle future generazioni.

Un altro esempio della nostra “incapacità” a tutelare i nostri beni e renderli proficuamente utili per la collettività, sono le vicende che stanno tuttora attraversando le nostre Terme. Anch’esse uniche e preziose, riconosciute per le loro virtù terapeutiche e salutari in tutto il mondo, ma relegate, da noi saccensi e dalla nostra “meravigliosa” e “competente” classe politica, a semplici pozzanghere di acqua sulfurea.

Eppure non ci mancano le materie prime, circa la possibilità, una volta in possesso di un vero Teatro, per poterlo utilizzare nelle sua varie sfaccettature, ma nonostante ciò non lo facciamo o pensiamo di non farlo. Perché?

Noi de L’ALTRASCIACCA ce lo siamo chiesti più volte e, onestamente, non siamo riusciti ancora a comprendere il meccanismo per cui ci si mobiliti per Sir Rocco Forte ed altri e non si muova foglia al cospetto di vere e proprie “rapine” del nostro territorio.

Se a tutto questo aggiungiamo, ritornando al teatro Samonà, che il finanziamento dell’opera che ci viene propinato è di 8 milioni di euro, quando, in realtà, è di circa 4 milioni, e che tutti, fin da ora, sanno che questi non saranno sufficienti per il suo completamento, allora il quadro è quasi completo e le deduzioni sono facilmente intuibili.

Tutti lo sanno, ma nessuno lo dice. Nessuno, tranne Noi e pochissimi altri, s’intende.
Ecco è questo che sconvolge. Sapere che gli asini non volano e tuttavia guardare in aria per accertarsene.

Condivido, infine, la sua riflessione circa l’impegno che la politica deve infondere per permettere alla collettività di fruire di beni, strutture e servizi che, oltre ad accrescere le capacità occupazionali ed economiche di questa città, forse accrescerebbero anche quelle culturali.

Cordialmente, Pietro Mistretta.

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