Reparto di Oncologia di Sciacca: quale destino?


Intendiamo occuparci oggi di un grave problema  che affligge la nostra città, un problema che ci sta particolarmente a cuore: la questione del reparto di oncologia dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. Il nostro reparto di oncologia rischia di essere soppresso per la mancanza di personale e di fondi necessari al normale proseguimento della fondamentale attività ospedaliera.

Il Dirigente e medico di ruolo dott. Franco Verderame, cui va la nostra più totale solidarietà ed ammirazione per le proprie capacità umane e mediche, opera in maniera egregia in questo contesto, ma coadiuvato da altri tre medici la cui condizione contrattuale non è per nulla stabile ed assistito da soli due infermieri, motivi per i quali si rischia presto il collasso.

La piccola struttura, messa in piedi dal dottore Verderame, in pochi anni è divenuta punto di riferimento essenziale nel territorio, è riuscita a soddisfare le esigenze di migliaia di malati, ma non ha mai finora potuto trasformarsi in un organizzazione operativa con dei posti letto propri, anche a causa della mancanza di sensibilità in merito della Regione Sicilia rimasta sorda e muta agli appelli del nostro dirigente.

In un territorio nel quale, purtroppo, la domanda per questo tipo di cure mediche è incessante, perdere il reparto di oncologia sarebbe un dramma tanto per i malati, già obbligati a recarsi a Palermo o Castelvetrano per ricevere le importanti somministrazioni chemioterapiche, quanto per le famiglie, costrette a vivere un dramma e ad affrontarlo di giorno in giorno senza notizie precise.

In questa situazione di incresciosa incertezza, si colloca anche la vicenda della cosiddetta “camera bianca”, ambiente necessario alla preparazione dei farmaci chemioterapici senza i quali le cure non possono avere luogo. La stanza è stata debitamente finanziata (circa quattro anni fa) ma i lavori non sono stati ancora ultimati, anzi si sono stranamente bloccati nonostante i nuovi finanziamenti. Del resto a Sciacca siamo abituati così: annunciare che una cosa è cominciata o si ha l’intenzione di cominciarla equivale a dire, erroneamente, che già c’è, esiste, è stata ultimata. In realtà molto spesso accade che dopo gli annunci festosi, giunge il tempo del silenzio, la questione scompare dalla bocca di tutti e, se non c’è una persona direttamente coinvolta che si interessa di seguire sino al termine il compimento dell’opera, quest’ultima non vedrà mai la luce.

Ad ogni modo, anche nell’ipotesi che la “camera bianca” dovesse essere completata, si ripresenterebbe il problema del personale, ossia della mancanza di addetti preposti alla realizzazione delle somministrazioni.

E’ una vicenda complessa da cui è difficile, ma obbligatorio uscire.

Del resto, ricordiamo bene la riunione del 13 Aprile 2007 che era stata indetta dal sindaco di Sciacca Mario Turturici per affrontare questo problema e alla quale avevano partecipato anche il Direttore dell’azienda ospedaliera Marano, diversi consiglieri comunali, oltre al medico-dirigente Verderame. A distanza di sedici mesi ci ritroviamo ancora qua a discutere della stessa vicenda, a parlare di quello che si potrebbe fare e non si può o non si vuole fare, ad elencare le promesse disattese, a discutere di quale sarà il destino che il futuro riserverà al nostro reparto di oncologia.

Infine, oltre al danno la beffa, in quanto spesso a Sciacca determinate medicine non sono più reperibili e le famiglie dei nostri malati sono obbligate a recarsi a Ribera o addirittura ad Agrigento per potersele procurare. Altri viaggi, altri crudeli disagi.

Di chi sono le responsabilità politiche a livello locale, provinciale, regionale, nazionale se si è giunti a questo increscioso stato di cose?
– E’ possibile che la politica non riesca a trovare una soluzione positiva del problema?
– E’ possibile che la politica, la quale con le sue scelte ha potere anche sulla nostra salute, debba assegnare così poco peso alle decisioni prese sull’argomento “Sanità” o addirittura disinteressarsene?
– E’ possibile che si cerchi di razionalizzare i costi e di economizzare in un campo così delicato e fondamentale per la società, quando altrove si continuano ad osservare sprechi e spese folli (come più volte sottolineato anche da TDM/Cittadinanza Attiva)?
– E’ possibile che la dignità del malato e, in generale, umana sia ancora considerata merce di scambio da sacrificare sull’altare delle tornate elettorali?
– E’ possibile che a Sciacca le istituzioni preposte a tutto pensino fuorché alla salute dei propri concittadini e a quella dei tanti malati-utenti che provengono dall’hinterland?
E’ possibile che la politica abbia ancora il coraggio di giocare sulla pelle degli altri, di chi soffre e delle loro famiglie, quando anche nel nostro ospedale potremmo avere tutto l’occorrente per salvare e/o curare vite umane?

Alla resa dei conti, i veri malati terminali non sono i malati di tumore aggrappati alla speranza o alla fede, né il nostro reparto di oncologia che, fin quando continuerà ad essere gestito con dedizione e competenza dal Dottore Verderame, ci auguriamo possa sopravvivere a qualsiasi tempesta, ma tutti coloro che non dimostrano e non provano vergogna, tutti coloro che non si indignano, tutti coloro che preferiscono voltarsi dall’altra parte, tutti coloro che hanno in mano la vita di questa struttura e dei loro pazienti e hanno deciso di lasciarla agonizzare.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.