Sciacca, le Terme e… la crisi d’identità


L’Italia, la Sicilia, Sciacca sono i luoghi più belli del mondo! Lo diciamo senza ironia, perché è la verità. Sono i più belli del mondo anche quando tentano di affrontare problemi e trovare soluzioni che, seppur logiche, non riescono mai a concretizzarsi in modo giusto e moderno.

Un paese come l’Italia, che possiede oltre il 60% dell’intero patrimonio artistico, storico e naturale del Mondo, è scontato che preservi le sue risorse e le sue potenzialità che, se ben gestite, diventano fonte di lavoro e di ricchezza. La nostra Sicilia è stracolma di bellezze naturali e di sole. La nostra antichissima storia, le nostre tradizioni di pregio, la nostra cultura millenaria, le immense risorse naturali sono valori aggiunti da sfruttare al massimo per affascinare i turisti, condurli sulla nostra isola e proporgli i nostri prodotti d’eccellenza. La nostra Sciacca, in particolare, ospita le antiche Terme caratterizzate da acque miracolose, stufe leggendarie, riconoscimenti ufficiali di particolari valenze terapeutiche.

Ed è proprio sulle nostre Terme che oggi vogliamo focalizzare nuovamente l’attenzione. Cosa esse siano state in passato lo testimoniano le decine e decine di trattati sulle virtù delle nostre acque termali e dei fanghi curativi, definite uniche da esimi professori e illustri studiosi per i risultati che si ottengono nella cura di diverse patologie. Sembra che tutti quanti ci invidino e apprezzino le nostre acque termali, tranne noi saccensi. Nel passato più recente le Terme hanno vissuto una storia molto complicata, difficilmente spiegabile e altrettanto difficilmente comprensibile data la limitatezza della nostra umana condizione. Basti solo riflettere sul fatto che, dieci anni or sono, avendo avuto la possibilità di aggiungere la parola Terme al nome della loro città col mezzo del referendum, i saccensi lo invalidarono non raggiungendo il quorum dei votanti, abbandonando così l’idea di un valore aggiunto per la propria identità e di una migliore immagine offerta all’esterno.

Oggi, assieme alle disastrate Terme di Acireale, Le Terme di Sciacca vivono una situazione definibile pirandelliana in cui “cosi è se vi pare” è l’unica spiegazione che possiamo dare all’incapacità (o alla determinazione?) di una classe politica che, pur vantandosi di curarne gli interessi, ha di fatto contribuito prima al loro inesorabile declino e poi a decretarne la probabile morte definitiva. Se dovessimo guardate i freddi numeri dei vari report sulle stazioni termali della nostra isola, dovremmo solo piangere. Risulta, infatti, che mentre per Sciacca (Terme) i corrispettivi sono poco più di un milione e mezzo di euro, le Terme Acqua Pia della vicina Montevago fatturano oltre 6 milioni di euro. Non c’è da aggiungere altro!

Siamo in una fase di stallo, in cui le azioni non concordano con le finalità e, in certi casi, nemmeno con la logica e il futuro delle Terme non ha una strategia chiara e definita. In particolare ci riferiamo all’ultima bravata della Regione Sicilia, che emette un bando per l’affidamento a privati della gestione e valorizzazione delle risorse termali di Sciacca, nel frattempo si rende conto che le modalità di divulgazione e promozione del bando e le tempistiche fissate sono inadeguate e richiede la sua proroga, ma il funzionario regionale, maldestramente (?), la pubblica oltre i termini consentiti dalla legge, rendendo totalmente vano il tentativo di rinvio della scadenza del bando. Risultato? Non pervenuto!

Allo stato attuale, sembra incredibile ma è vero, non abbiamo una chiara visione della situazione in cui versano le Terme, non conosciamo, ammesso che ci siano, le proposte avanzate, le iniziative che si intendono portare avanti, eventuali soluzioni programmate per tentare il rilancio del termalismo in Sicilia e, in particolare, a Sciacca.

Tutto tace, nessuno se ne occupa, tutti sono indaffarati in mille altre faccende, il sole è alto nel cielo, le spiagge diventano invitanti e il mare diventa sempre più accogliente per un bagno rinfrescante. E le Terme? Sono sempre là, immobili, assopite come noi saccensi, aspettando Godot, di cui all’orizzonte non c’è traccia.

Benvenuti a Sciacca, ridente e soleggiata città della Sicilia, ancora in cerca della propria identità.

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